Masterizzazione: come aumentare le prestazioni del sistema

novembre 2003 Si sa che le operazioni di editing video sono tra le più gravose in assoluto da gestire per un personal computer. File video di gigabyte da trasportare da una unità disco ad un’altra e programmi encoder che possono lavorare anche per dive …

novembre 2003 Si sa che le operazioni di editing video sono tra le più
gravose in assoluto da gestire per un personal computer.
File video di gigabyte da trasportare da una unità disco ad un’altra
e programmi encoder che possono lavorare anche per diverse ore prima di finire
la compressione di un filmato. Vogliamo dare qui qualche suggerimento su come
accelerare tali operazioni evitando tempi di attesa infiniti, anche se il consiglio
è di far eseguire la procedura durante le ore notturne.

Sistema ben carrozzato,con molta memoria
Prima di tutto occorrerebbe un sistema adeguato, pensare di
usare un Pentium III a 500 MHz con poca RAM, meno di 256 MB, è limitante
già in partenza. Raccomandiamo perciò una CPU da almeno 1,8 GHz.
Se il processore è importante la memoria RAM è fondamentale: il
minimo assoluto è 256 MB ma una quantità più adeguata è
sicuramente 512 MB per applicativi di livello medio.
Al di sopra di questa soglia, passando ad 1 GB di RAM, ne trarranno vantaggio
invece gli applicativi high end come le grandi elaborazioni con Adobe
Premiere
, Pinnacle Edition o qualsiasi programma di
videoediting.

Non solo la quantità ma anche la velocità operativa dei moduli
di memoria e la loro latenza può influenzare le prestazioni: eseguire
elaborazioni con 512 MB di memoria DDR a 400 MHz a bassa latenza, può
ridurre del 30% i tempi di attesa, rispetto all’uso di 512 MB di vecchia
memoria SDR a 133 MHz.

Se si sta codificando un filmato con un encoder come FlaskMpeg,
Tmpegenc e via dicendo e l’applicativo supporta istruzioni
di tipo SIMD (Single Instruction Multiple Data) come le SSE
è consigliabile attivare tale supporto per le CPU Pentium III e Athlon
XP in modo da velocizzare i tempi di codifica: il processore riuscirà
così ad elaborare più dati contemporaneamente.
Il supporto alle SSE2 va invece attivato per le CPU Pentium 4 di Intel mentre
per le CPU Athlon di AMD è utilizzabile alternativamente il supporto
3Dnow.

Anche il disco fisso fa la sua parte

Non meno importante è l’attivazione della modalità
Ultra DMA per le unità disco
; la funzione DMA (Direct Memory
Access) consente il passaggio dei dati direttamente da e verso la memoria RAM
evitando l’intermediazione del processore e attivando nel contempo anche
le modalità avanzate ATA100, ATA133
o Serial Ata150 sulle unità disco permettendo i 100,
133 o 150 Mb/sec di transfer rate di picco.

Al contrario quando DMA è disattivata tali unità opereranno in
Pio Mode 4 limitandosi a soli 16 MB/sec e i tempi di trasferimento dati, ad
esempio durante un Ripping o un Encoding, potranno essere fino a cinque volte
più lenti.

Per attivare tale modalità si agisce da Pannello di controllo\Sistema\Hardware\Gestione
periferiche
, nella lista va selezionato Controller Ide Ata
Atapi
e va verificato sia sul canale ide primario che sul canale ide
secondario sia attivata la spunta sulla voce DMA se disponibile, tale voce si
raggiunge dalla sezione Impostazioni avanzate.

Per le massime prestazioni è tuttavia consigliabile scaricare i più
recenti IDE Driver relativi al chipset della scheda madre che si possiede. Per
le motherboard con chipset Intel sono reperibili al link: http://developer.intel.com/design/chipsets/drivers/busmastr/,
per quelle con chipset Via sono a: http://www.viaarena.com/?PageID=2, per i
chipset Amd: www.amd.com/products/cpg/bin/ ed infine http://download.sis.com/index1.htm
per i chipset Sis.

Due hard disk sono meglio di uno
Ultimo e non meno importante consiglio è quello di usare due hard disk
diversi e trasferire i dati di encoding da uno all’altro.
Questo stratagemma può ridurre della metà i tempi di elaborazione
e di copia dei dati, in quanto il trasferimento dei file tra due cartelle o
due partizioni dello stesso hard disk usa la velocità di trasferimento
interna dell’unità disco, mentre spostando file tra due unità
disco diverse si fa uso della velocità di trasferimento esterna, quasi
doppia rispetto alla prima.

Per esempio spostare un file Vob di 1 GB da cartella a cartella implica mediamente
120 secondi, in quanto la testina deve spostarsi continuamente da un lato all’altro
dello stesso piatto, i tempi si riducono invece a soli 50 secondi inviando il
file ad una cartella di un altro hard disk poiché mentre la testina della
prima unità legge quella della seconda contemporaneamente scrive. E’
quindi meglio acquistare un secondo hard disk anziché uno di maggiori
dimensioni in sostituzione di quello posseduto. Ultimo ma non per questo poco
importante consiglio è quello di effettuare infine una deframmentazione
periodica
dei dischi rigidi presenti nel sistema.

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