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Mancanza di skill e best practice frenano l’intelligenza artificiale

Ampiamente citata, l’intelligenza artificiale rimane una tecnologia la cui adozione è ancora nella fase iniziale. Lo certifica un’indagine Sas secondo la quale la maggior parte delle imprese europee intervistate si trova ancora all’inizio o in una fase di pianificazione.

La buona notizia però è che i risultati suggeriscono che la stragrande maggioranza delle organizzazioni ha cominciato a parlare di Intelligenza artificiale, e alcuni hanno anche iniziato ad attuare progetti adeguati. C’è molto ottimismo sul potenziale anche se un numero minore di persone si è detto ottimista sul fatto che l’organizzazione sia pronta a sfruttarlo.

Lo studio ha coinvolto cento manager di organizzazioni in tutta Europa nei settori bancario, assicurativo, manifatturiero, al dettaglio e in altri settori e rivela che il 56% degli intervistati ritiene che la sfida maggiore relativa all’Intelligenza artificiale sia il cambiamento della portata dei lavori umani alla luce dell’automazione e dell’ autonomia della tecnologia.

Questo potenziale effetto dell’Ia sui posti di lavoro, per ogni intervistato, comprendeva la perdita di posti di lavoro ma anche lo sviluppo di nuovi posti che richiedevano nuove competenze in materia di intelligenza artificiale.

Per l’intelligenza artificiale mancano le best practice

I problemi etici sono stati citati come la seconda sfida più grande, con il 39% degli intervistati che solleva domande sull’opportunità che i robot e i sistemi di intelligenza artificiale funzionino “per il bene dell’umanità” invece che semplicemente per una singola azienda, e su come prendersi cura di coloro che hanno perso posti di lavoro per i sistemi di intelligenza artificiale.

Mancano ancora le storie di successo, i casi d’uso e questo fa sì che in molti siano fermi ad aspettare le mosse degli altri. Il 49% dice infatti che il problema è la fiducia perché affrontare un progetto di intelligenza artificiale significa anche cambiare l’organizzazione del lavoro.

Come detto gli skiil rimangono un problema fondamentale. Il 20% è convinto che i propri collaboratori non siano ancora pronti a cimentarsi con la nuova tecnologia e altri, il 19% non hanno in azienda uno o più data scientist. Tuto questo frena i progetti anche se il 2(% vuole assumerli e il 32% punta sullo sviluppo di competenze Ia nei team esistenti.

Quasi il 40% però ci crede ed è convinto che l’adozione della tecnologia sarà molto rapida con impatti pesanti entro i prossimi cinque anni. Quando si parla di intelligenza artificiale i casi d’uso citati si limitano spesso a self-driving car (26%) e assistenti vocali (24%), mentre pochi parlano di applicazioni di decision making (16%) o supply chain (6%) e Sanità (15%).

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