Maker, lanciami i componenti!

Il FabLab Roma apre i battenti e si coordina con gli altri spazi maker già attivi o in arrivo nella Capitale.

Asse rotante, vynil cutter e dual extruder possono sembrare i componenti che Miwa lanciava dal Big Shooter per Jeeg Robot d’acciaio nell’anime giapponese diventato famoso in Italia negli anni ’80, e in un certo senso è così. Si tratta dei dispositivi grazie ai quali un artigiano del XXI secolo diventa un maker, e sono finalmente disponibili nel FabLab Roma, presentato alla stampa il 20 marzo nella sede di via del Quadraro 102.

Per chi non lo sapesse, i FabLab sono dei laboratori nei quali, pezzo per pezzo, si ideano e prototipano oggetti vecchi e nuovi, statici o con elettronica di controllo: si va dalle sedie ai razzi spaziali, grazie alla progettazione Cad, a macchinari che tagliano o realizzano i singoli pezzi, fino ad elettroniche facilmente programmabili. Il mondo digitale ha insomma rivitalizzato anche i macchinari classici, riducendone dimensioni e costi e rendendoli disponibili al grande pubblico, ovviamente insieme ai propri mezzi elettronici e software.
Questi spazi sono centri d’aggregazione e formazione a tutti i livelli, dal giovane al nativo digitale, dal progettista alla piccola o media azienda, per formazione, brainstorming o progettazione.
Per meglio capire l’importanza del FabLab crediamo sia necessario fare l’elenco dei principali strumenti della nuova imprenditorialità artigianale: laser cutter Wl1290Hs (area cm 120×90 – potenza 120W), vynil cutter Roland Gx-24 Camm 1, fresa Roland Mdx 40 con 4° asse rotante, stampanti 3D Sharebot Ng (dual extruder) e PowerWasp Evo, relativi personal computer, pantografo area cm 120×180, una completa attrezzatura per l’elettronica ed una serie di power tools per falegnameria e metallurgia.


Phyrtual, l’innovazione sociale

A differenza di quanto accade in altre città d’Italia, Roma non è riuscita a racimolare alcun finanziamento pubblico per i macchinari di base di un FabLab. L’attuale dotazione del FabLab Roma è stata acquistata interamente da Mondo Digitale, l’associazione che tanto fa per l’introduzione delle nuove tecnologie a tutti i livelli.
Mondo Digitale dedica una particolare attenzione è rivolta ai giovanissimi. Il suo ampio programma comprende, tra l’altro, la Rome Cup, una competizione robotica dedicata ai giovani che nel 2014 è giunta all’ottava edizione, con l’inizio il 19 marzo e la conclusione in Campidoglio il 21 marzo. Presentato all’interno dell’edizione in corso, il FabLab Roma è anche uno dei cardini di Phyrtual (physical + virtual), il primo ambiente di innovazione sociale basato sulla conoscenza, l’apprendimento e il community building.
Roma caput makers
Riprendiamo uno slogan già sentito per sottolineare che dopo la Rome Maker Faire dello scorso ottobre, e dopo alcune iniziative maker delle quali parliamo più avanti, c’è ora anche un FabLab completo. Queste iniziative, insieme ad altre che si stanno concretizzando, mettono la Capitale al centro dell’attenzione nazionale. Certo manca un piano generale, come invece succede in altri Stati, ma la particolare attitudine sociale e di rete dei maker, che si rispecchia nel Dna di Mondo Digitale, potrebbe fare la differenza.
Il FabLab Roma non è l’unico spazio maker di Roma. Al momento è il più attrezzato, l’unico finora che recepisce le indicazioni del Mit nel cui ambito Neil Gershenfeld definì il FabLab standard, oggi leggermente aggiornato dalla pratica mondiale: una buona descrizione si trova nella voce in inglese di Wikipedia. Altri spazi che hanno raccolto molta attenzione nel corso degli ultimi dodici mesi sono il FabLab RomaMakers di Garbatella e il FabLab SpqWork di Portonaccio, che fanno parte della rete di fablab nella quale credono molto Alfonso Molina e Mirta Michilli (Mondo Digitale), come pure Alessandro Ranellucci (Slic3r), curatore del progetto.


La rimonta possibile

Va detto che come per altre situazioni Roma e il Lazio sono ricchi di making sommerso, sviluppato da singoli o piccole entità, per cui si fa fatica ad inquadrare il movimento complessivo. Rispetto ad altre città italiane (Torino, Reggio Emilia, Trento, Chieri, Novara, Cava dei Tirreni…) Roma è ancora indietro nello sviluppo di community ed attività dei fablab, ma con questo nuovo impulso la rimonta sembra possibile.
Ovviamente nello spirito unitario della comunità maker, ideale per coinvolgere chiunque e a qualsiasi livello nell’adozione dei nuovi strumenti di ideazione, prototipazione ed eventualmente piccola produzione.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome