“Ma questa si chiama cooptazione, non pirateria”

Alessandro Loviselli, contitolare di Esselite (Brescia)

“Vuole sapere come sono andate davvero le cose? Un giorno
– spiega Alessandro Loviselli, cotitolare di Esselite – entrano in negozio un
ragazzo e una ragazza. Mi dicono che hanno pochi soldi e che vogliono comprare
un pc sperando così di avere qualche possibilità in più di trovare lavoro.
Raccontano di essere entrambi disoccupati e che lei deve fare un concorso di
assunzione la settimana dopo. Nel preventivo includo i costi delle licenze di
Windows e di Office ma loro, vedendo il prezzo, scuotono la testa e cominciano a
chiedermi di aiutarli, perché quei soldi non li hanno proprio. La cosa va per le
lunghe: io spiego che non è possibile, anche perché non ho mai venduto licenze
software piratate, e che purtroppo quelli sono i prezzi, anche riducendo i
margini di guadagno della macchina al minimo. Loro insistono e la mettono sul
patetico. Per farla breve dico loro che, al limite, posso preinstallare Windows
’98, ma che dopo il colloquio devono mettersi in regola. Si dimostrano felici e
firmano il contratto. Il giorno del ritiro, la ragazza entra e chiede se la
macchina è pronta: mi spiega che ha l’automobile parcheggiata in seconda fila e
che la deve andare a spostare. Appena esce entrano in negozio due avvocati, un
ufficiale giudiziario e un ingegnere informatico. Cominciano a scartabellare tra
le mie cose e mi mettono sotto sequestro il negozio. A patteggiare in tribunale
eravamo in tanti: la ragazza e il ragazzo si sono presentati all’udienza con il
loro vero nome (sul contratto gli estremi erano falsi) e hanno fatto da
testimoni. Il fatto sussiste, è vero, ed è per questo che ho pagato. Ma questa
si chiama cooptazione non pirateria. Qui a Brescia tutti mi conoscono e sanno
come lavoro. Vendo dieci computer all’anno perché, essendo una società di
servizi e di sviluppo software, commercializzo pc solo nel caso in cui il
cliente mi chieda una soluzione chiavi in mano. Sono un pirata che ha pagato
dieci milioni di multa, pena la chiusura del negozio e il pagamento di tutte le
pubblicazioni “Colpiti e affondati” di Microsoft su tutte le testate per due
anni a partire dalla data della sentenza. Ma l’istigazione a delinquere non è
reato? Se prova a chiedere agli altri “pirati”, vedrà che le racconteranno la
stessa storia”.

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