M-payment: crescita sovrastimata fino al 50%

Il dubbio sollevato nel Report Capgemini e Rbs in merito ai pagamenti non-cash che, nel 2012, arriveranno a toccare i 333 miliardi di transazioni.

Nei mercati in via di sviluppo il mobile payment sta consentendo, a sempre più individui, di accedere alle transazioni finanziarie, mentre nelle Regioni più avanzate si assiste alla crescente diffusione di carte prepagate e valuta virtuale, frutto di una capacità di innovazione sempre più incentrata sul cliente.

Sono queste le prime evidenze del World Payments Report 2013, secondo cui i pagamenti globali non-cash relativi al 2012 arriveranno a raggiungere i 333 miliardi di transazioni.

Pubblicato da Capgemini e da The Royal Bank of Scotland Group, nel report si evidenzia soprattutto la ripresa a due velocità per l’industria globale dei pagamenti che, in merito al sensibile aumento delle transazioni non-cash, deve ringraziare i consumatori di Europa Centrale, Medio Oriente, Africa e i Paesi asiatici emergenti. Sono, infatti, loro a riportare una crescita dei volumi superiore al 20%, superando quella dei Paesi avanzati quali Nordamerica, Europa e mercati asiatici maturi che, però, con una percentuale del 76,9%, si confermano quali maggiori attori nei pagamenti non-cash.

Tanto che le previsioni parlano di almeno un decennio di attesa prima che mercati emergenti di Asia e America Latina riescano a superare i volumi di transazioni delle economie mature.
Ma tant’è.

Come fanno notare gli sponsor del World Payments Report 2013, una crescita dell’8,5% nelle transazioni per pagamenti non-cash prevista per il 2012 corrisponde a circa 47 transazioni annue per ciascun uomo, donna e bambino del Pianeta.

Carte di debito e credito restano in testa ai pagamenti elettronici e mobile
Con un totale di 124 miliardi di transazioni registrate nel 2011, l’utilizzo delle carte di debito non è solo cresciuto del 15,8% ma si è anche attestato quale il più diffuso strumento di pagamento non-cash insieme alle carte di credito, che nel medesimo periodo analizzato ha totalizzato una crescita del 12,3% attestandosi sui 57 miliardi di operazioni.

A oggi, però, le stime indicano che da qui al 2014 gli e-payment e m-payment cresceranno rispettivamente del 18,1% e 58,1% all’anno per un volume complessivo pari a 34,8 miliardi di operazioni per i primi e di 28,9 miliardi di transazioni per i pagamenti effettuati utilizzando dispositivi mobili.

Qualche dubbio sulle stime di crescita dei m-payment
Tuttavia, è giusto riportare alcuni dubbi espressi all’interno del World Payments Report 2013 in merito all’affidabilità di queste stesse stime.
Le analisi del report suggeriscono, infatti, che le dimensioni del mercato dei pagamenti mobile potrebbero essere state ottimisticamente sovrastimate fino al 50%, sollevando la questione della necessità di raccogliere i dati in maniera affidabile e centralizzata al fine di intraprendere decisioni di investimento maggiormente informate, oltre ad aiutare a combattere i futuri rischi di mercato.

Proprio quest’ultimi, insieme alle complessità normative, restano, infatti, le sfide prioritarie per banche e Payment services provider.
Basti pensare che, sul piano normativo il Nordamerica focalizza l’attenzione su trasparenza e praticità per il cliente finale, mentre la regione Asia-Pacifico punta più sulla standardizzazione e sul coinvolgimento di nuovi soggetti nel sistema finanziario quando, invece, in Europa lo scenario è dominato dalla direttiva Sepa con gli enti di regolamentazione impegnati ad aumentare concorrenza e trasparenza.

Vero è che, in tema di payment acquisition, l’introduzione di nuove innovazioni permetterebbe ai Psp di rispondere alle attese dei clienti retail e corporate in termini di maggiore scelta di strumenti, location, canali e valute.
Non a caso, l’innovazione nell’acquisizione consumer-to-business si sta evolvendo verso pagamenti “any form”, “anywhere” e “anytime” riscontrabili nei modelli alternativi proposti da PayPal e WorldPay.

Non tutti gli operatori devono fornire servizi end-to-end
Come suggerito nello studio, scegliendo di concentrarsi su uno o più elementi di valore innovativo tra origine, accettazione e cattura, sicurezza e frodi, e servizi a valore aggiunto, i payment provider potrebbero differenziarsi e rispondere alle nuove esigenze in evoluzione sia dei clienti retail che di quelli business.

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