L’utilizzo dell’e-mail sul posto di lavoro

Serve trasparenza, ma si possono e si devono adottare misure di protezione. Perché la posta elettronica è uno strumento aziendale e non personale.

Con l’evolvere delle tecnologie che mirano a proteggere le informazioni
aziendali tenendo sotto controllo le e-mail e la navigazione Internet, si moltiplicano
i casi in cui i lavoratori si sentono sotto l’occhio del Grande Fratello
e vedono minacciata la propria privacy.

È probabilmente questo il motivo che ha spinto il Garante della Privacy,
lo scorso marzo, a prendere carta e penna ed emanare un provvedimento in materia,
che è stato interpretato dai media nel modo più restrittivo, giustificando
un atteggiamento già diffuso in cui il dipendente si sente autorizzato
a usare la e-mail aziendale come meglio crede e navigare su qualunque sito dal
posto di lavoro, perché nessuno ha il diritto di andare a controllare.

Le cose non stanno così, come spiega Gabriele Faggioli, legale e docente
del Mip del Politecnico di Milano ed esperto di queste tematiche. Secondo Faggioli,
"il provvedimento del Garante ha semplicemente ribadito, seppur specificandoli
e in alcuni casi irrigidendoli, i principi generali in materia di controllo
sui lavoratori sull’utilizzo delle strumentazioni informatiche già
fissati dal Gruppo dei Garanti europei
".

Questi principi prevedono la trasparenza verso il lavoratore, che significa
che i dipendenti devono essere ben informati riguardo:

  • le circostanze specifiche che giustificano i controlli;
  • la necessità e la pertinenza, che impongono al datore di lavoro di
    verificare che qualsiasi forma di controllo risulti assolutamente indispensabile;
  • l’equità delle metodologie adottate e delle finalità
    e la proporzionalità fra controllo ed esigenze perseguite.

Per chiarire, va sottolineato che l’indirizzo e-mail di un lavoratore
che si appoggia al dominio dell’azienda è uno strumento aziendale,
e non personale, e che l’adozione di misure di sicurezza a protezione
dei sistemi informatici che contengono dati personali è un obbligo di
legge, accompagnato da sanzioni che in alcuni casi sono di carattere penale.

"In sostanza – spiega Faggioli – non è possibile tout court
e in modo generalizzato e sistematico controllare il lavoratore, ma si può
e si deve proteggere l’azienda per garantirne la continuità aziendale,
per prevenire o individuare problematiche di sicurezza e per reprimere eventuali
condotte illecite. Occorre, però, che l’azienda abbia una policy
che preveda tali attività, fermo restando che, successivamente, i controlli
dovranno rispettare le indicazioni e i limiti fissati dalle Linee Guida del
Garante. Le e-mail si possono archiviare perché sono documenti aziendali,
anche se dovrebbero essere adottate procedure finalizzate a salvare solo le
e-mail a contenuto professionale
». La soluzione migliore, come spesso
accade, sembra essere quella della prevenzione: patti chiari e amicizia lunga,
insomma.

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