L’Ue pone il limite di 30 giorni per i ritardi di pagamento

Trascorsi i termini previsti dalla direttiva, scatterà automaticamente l’obbligo di pagare interessi di mora dell’8%, maggiorati del tasso di riferimento della Bce. La norma riguarda sia il settore privato sia quello pubblico.

Il Parlamento europeo ha approvato in via
definitiva la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle
transazioni commerciali.

Come regola generale, il limite
per il pagamento di una fattura per beni e servizi, sia nel settore pubblico
sia in quello privato, sarà ora di 30 giorni. Trascorsi i termini previsti
dalla direttiva, scatterà automaticamente l’obbligo di pagare interessi di mora
dell’8%, maggiorati del tasso di riferimento della Bce. Il
creditore avrà anche il diritto di ottenere dal debitore una somma di almeno 40 euro per coprire i costi di recupero del debito. Le nuove regole
dovrebbero garantire le piccole imprese dai ritardi nei pagamenti e favorire
cosi l’innovazione e la creazione di posti di lavoro.

Sarà possibile, nelle relazioni “business to
business”, estendere il limite previsto di 30 giorni a 60 solo se le parti
sono d’accordo e se previsto espressamente dal contratto. L’estensione è
possibile anche oltre i 60 giorni se “espressamente concordata” col
creditore nel contratto di vendita e se non risulta essere “fortemente
ingiusta” nei confronti dello stesso creditore.

Anche per il settore pubblico, la regola generale è di 30
giorni, ma le eccezioni sono regolate in maniera più severa: qualsiasi
estensione del termine di pagamento deve essere non solo espressamente
prevista, ma anche “oggettivamente giustificata”.

Il periodo necessario per la verifica che i beni e i
servizi venduti corrispondano ai termini previsti nel contratto è stato fissato
a 30 giorni.

Gli Stati
membri avranno due anni per conformarsi alle nuove regole.

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