Lucarelli: “Con questo assetto non si va lontano”

Il presidente di Aitech-Assinform chiede al ministro di non tagliare gli investimenti, e riconosce che il settore è troppo frazionato

Secondo l’European innovation scoreboard siamo uno dei Paesi con la
performance sull’innovazione più bassa d’Europa. L’Italia non produce
innovazione, compra e applica quella prodotta da altri. “Il rosso costante della bilancia dei pagamenti dell’It ne è una testimonianza evidente”. Ennio Lucarelli, presidente di
Aitech-Assinform, non cerca di indorare la pillola. Nel suo intervento, alla
presentazione del rapporto Assinform, usa toni leggeri, non alza la voce ma
tratteggia una situazione difficile senza lasciare grande spazio all’ottimismo
come invece cercherà di fare dopo di lui Giancarlo Capitani.




“L’Italia non si
sviluppa
e la sua economia non cresce, perché non innova, non investe in It, non chiede soluzioni a misura delle proprie imprese e pubbliche amministrazioni”
. “Siamo agli ultimi posti mondiali per investimenti fissi, con un’area euro che nel 2005 ha visto salire i suoi investimenti del 2,1% mentre i nostri sono precipitati a -0,6%”.

E visto che vicino a lui c’è il ministro per l’Innovazione
Luigi Nicolais gli chiede di usare tutto il rigore possibile, ma di non tagliare
gli investimenti. “Siamo agli ultimi posti in Europa con un rapporto tra
spesa It della Pa e il Pil”
, spiega tanto per essere più chiari aggiungendo
che in Italia la Pa spende 51,3 euro in informatica per abitante contro i 147
del regno Unito e i 72 della Germania. Senza dimenticare il fenomeno dell’in
house, soprattutto a livello locale, che vede gli enti locali utilizzare le
proprie società informatiche che godono così di un mercato captive.


Poi dà un’occhiata anche all’interno del settore per dire
che anche qui molto da cambiare c’è. “Abbiamo debolezze strutturali da
superare. Il settore è troppo frazionato: 25.000 società di capitali (con
mediamente dieci addetti), mentre l’80% del fatturato e un terzo della forza
lavoro sono concentrati nelle mani di delle prime duecento grandi imprese.
Con questo assetto non si va lontano” .

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