Lombardia, è l’ora degli Stati Generali dell’Ict

Obiettivo, fare sistema: al via incontri mensili articolati su quattro pilastri. C’è molto da fare e si dovrà considerare anche ciò che accade in Italia e in Europa.

Ict del futuro, supporto alle start-up nell’Ict, gestione e ripartenza delle aziende in crisi e formazione rinnovata del capitale umano, questi i quattro pilastri sui quali si sono appoggiati gli Stati Generali dell’Ict tenutosi ieri a Milano alla presenza di un centinaio di rappresentanti del tessuto produttivo lombardo.
Una eventuale peggioramento della produzione tecnologica lombarda sarebbe un pessimo biglietto da visita per un’Italia che chiede spazio all’Europa ed occasioni al piano Horizon 2020 e all’Expo 2015.
La riunione, voluta da Mario Melazzini (assessore regionale Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia), è stata un primo passo in una situazione resa ampiamente disarticolata dalla crisi economica. Un primo rimedio è venuto dalle forti risorse nella formazione messe in campo dalla Regione: “abbiamo investito 100 milioni per la formazione professionale di primo e secondo livello”, ha detto Valentina Aprea (assessore regionale Istruzione, Formazione e Lavoro), rivolgendosi in particolare alle “qualifiche professionali emergenti”.


Startup lombarde e Makers renziani

Leggendo le proposte della Regione Lombardia non si può evitare un confronto con le altre “liste del fare” che vengono snocciolate in questi tempi, in particolare con l’Agenda Digitale e con il Jobs Act proposto dal nuovo segretario del Pd, Matteo Renzi.

Il confronto con l’azione del Governo mostra poche o nulle contiguità esplicite. Parlando di Agenda Digitale si può immaginare che ci siano contatti tra la cosiddetta Ict del futuro e gli investimenti sulla rete, ma al momento è solo un’ipotesi.
Ancora più complesso sembra trovare collegamenti diretti con l’Expo 2015.
D’altronde anche le prime indicazioni sul Jobs Act renziano vedono l’Agenda Digitale fuori dal fuoco centrale. Non è un pilastro di quello schema, né si colloca tra le azioni dirette a creare occupazione, ma solo un sottopunto del primo pilastro, dedicato al “Sistema”. Analogo trattamento tocca all’Ict in quanto sottopunto, ma almeno inserito nel secondo pilastro, “Nuovi posti di lavoro”.
La Regione Lombardia si è spesa molto per le qualifiche professionali emergenti. In quest’ambito il piano lombardo dedica uno specifico pilastro alle startup, in particolare al finanziamento di quelle specializzate in Ict. I makers appaiono esplicitamente nelle note di Renzi, ma come dettaglio nel sottopunto Made in Italy, sempre all’interno dei “nuovi posti di lavoro”.


Milano città 3D

Qualcuno però ha voluto legare in modo più chiaro l’Expo 2015 e le nuove professionalità al piano regionale lombardo. Non si tratta d’una figura istituzionale, bensì di un imprenditore: Davide Erba, fondatore di Stonex.
“Vorrei fare della mia città di riferimento, Milano, la prima città mondiale digitalizzata in 3D”, scrive Erba a Melazzini; “si pensi agli effetti che ci sarebbero su Expo 2015 e soprattutto all’indotto creato”.
La complessa operazione si potrebbe dipanare all’interno dello Stonex Digital World, un’ambiziosa iniziativa per la creazione di modelli tridimensionali del territorio. Attraverso un proprio hardware e con una partnership con i professionisti di settore (geometri, architetti, ingegneri, etc.), Stonex può creare un database 3D di dati professionali con precisione millimetrica e centimetrica. Certo è davvero faticoso da inserire nei quattro pilastri annunciati dalla Regione, ma magari si potrebbe aggiungere un quinto pilastro, a sostenere il ponte tra il resto del piano, Horizon 2020 ed Expo 2015.

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