Lo sviluppo sostenibile passa dall’Università

Sessantatre progetti presentati sul tema “Tecnologia e sviluppo sostenibile” in occasione dell’edizione 2008 di Imagine Cup, promossa da Microsoft. Gli studenti, i team, i vincitori italiani.

Immaginare un mondo nel quale la tecnologia permetta uno sviluppo sostenibile: questo era l’invito lanciato da Microsoft agli studenti di tutto il mondo, con l’edizione 2008 di Imagine Cup. Una sfida tecnologica ma anche un “innovation accelerator”, come lo definisce Emanuele Arpini, Academic Marketing Manager Microsoft Italia, “creato con l’obiettivo di portare contributi concreti alla progettazione di un mondo migliore”.
Oltre 5000 i partecipanti e ben 63 i progetti presentati sul tema “Tecnologia e sviluppo sostenibile” nella categoria Software Design, dieci dei quali selezionati per la finale nazionale.

Tre, poi, i premiati e per i primi classificati un’ulteriore sfida: le finali mondiali che si svolgeranno agli inizi di luglio a Parigi. “A questa edizione hanno partecipato sia gruppi di studenti, spesso con un docente a far da mentore, sia studenti singoli, che hanno presentato progetti individuali. Ai dieci finalisti è stata data lo possibilità di presentare a Roma i loro progetti alla presenza dei nostri partner, con l’obiettivo non soltanto di farsi conoscere, ma di valutare insieme anche la possibilità di tradurre in concrete opportunità di business le loro idee”.

Tra i partner, fondamentale il ruolo di Avanade, fortemente impegnata sul fronte del recruiting e della formazione e quello di Federparchi, l’associazione che rappresenta gli enti gestori delle aree protette, “che ha fornito agli studenti utili indicazioni sulle problematiche più scottanti”.
Non ultimo, il Politecnico di Torino ha preso parte a Imagine Cup con I3P, considerato oggi uno dei principali incubatori universitari italiani.

E proprio Federparchi, Avanade, I3P, insieme a Microsoft e a un rappresentante delle associazioni studentesche, erano i membri della giuria che ha selezionato i tre progetti primi classificati.

Tra questi Ves (Volunteers Earth Savers), presentato da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, propone di sfruttare il turismo, declinando in chiave ambientale i viaggi di volontariato. In pratica, l’idea è quella di creare una community di eco-viaggiatori che coniughino lavori di breve durata in cambio di ospitalità (vitto e alloggio): gli interessati, al costo del solo trasporto, hanno la possibilità di visitare posti magnifici prendendo attivamente parte alla loro protezione.
Non a caso, forte è l’interesse di Federparchi per questa proposta, tanto da volerla tradurre in progetto pilota.

DomusProject, presentato invece da un gruppo di studenti dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, si propone di progettare un sistema software per il management automatico degli assorbimenti di energia elettrica negli ambienti domestici, con possibilità di stabilire la priorità di spegnimento dei singoli apparati in caso di previsto distacco.

Infine, il progetto primo classificato, che dunque parteciperà alle finali mondiali di Parigi, è quello presentato da Andrea Calligaris, Mauro De Biasio, Denis Roman Fulin e Marco Petrucco dell’Università di Udine, che hanno presentato un progetto che ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone verso le tematiche dell’ambiente sostenibile, offrendo uno strumento che permetta loro di interagire con gli altri e con le loro idee, immergendosi in un mondo 3D per modificare e migliorare progetti legati all’ambiente la cui evoluzione è dettata dai cambiamenti apportati da una comunità online.

Il nostro gruppo partecipa ormai da diverse edizioni a Imagine Cup – racconta Marco Petrucco – ed è la terza volta che saliamo sul podio. Quest’anno il tema ci è sembrato particolarmente stimolante, anche perché non è facile proporre qualcosa di davvero innovativo che abbia come tema la tutela dell’ambiente. Nel nostro caso, abbiamo cercato di coniugare l’utilizzo di strumenti di ultima generazione, con l’idea di una community. La nostra soluzione si indirizza da un lato alla fascia più giovane dell’utenza con un’idea di sensibilizzazione e di incoraggiamento a una discussione attiva sui temi ambientali, dall’altro alle pubbliche amministrazioni locali, per la creazione di un luogo virtuale per discutere di riqualificazione, di aree verdi, di nuovi progetti”.

Soddisfatto Petrucco, considera Imagine Cup un importante banco di prova per l’avvio di una start up, anche se al momento non si sa se il progetto al quale hanno lavorato e continuano a lavorare in vista delle finali verrà venduto o vivrà di vita autonoma. L’interesse del mercato, a quanto pare, c’è già.

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