Lo sguardo consulenziale di StorageTek alla tecnologia

Il vendor disegna il cammino per applicare lo storage evoluto all’impresa. Si chiama Information lifecycle management e si percorre partendo da un approccio service oriented, fatto di valutazioni mirate dell’infrastruttura storage.

Eula Adams è direttore dei Global Services di StorageTek. E non è uno "storagista", ma ha un background maturato sul fronte dei servizi. Già questo basterebbe per far capire quale sia la nuova inclinazione della società del Colorado in merito alla concettualizzazione e all’applicazione dello storage evoluto all’impresa.


Da più parti si sente ormai parlare di Information lifecycle management (Ilm). Lo fa anche StorageTek, ovviamente, e altrettanto ovviamente a modo suo, cioè facendo leva sui propri punti di forza, creando un volano sull’offerta, ma anche adeguandosi alla realtà del mercato, che non vede più aziende utenti, dati e dispositivi di memorizzazione come entità separate, ma crea una profonda intimità tra di loro, sublimandola, proprio, nel concetto di gestione del ciclo di vita dell’informazione.


Dette queste cose, forse per alcuni scontate, passiamo alla parte per nulla retrò della proposta StorageTek, che pare poter configurarsi, forse, come la prima azienda del comparto storage ad avere un pieno approccio di taglio consulenziale alla propria proposta tecnologica.


Un taglio che veste, per esempio, l’Ilm di un compito essenziale (per gli utenti e per l’offerta StorageTek): far convivere le strutture storage legacy con il concetto di centralità della gestione dell’informazione.


In buona sostanza, se le esigenze di storage degli utenti sono sintetizzabili ai capitoli archiviazione, protezione e gestione dei dati, si può sia razionalizzare l’infrastruttura esistente, sia progettare la gestione del dato, facendo leva sui punti di forza della tecnologia a disposizione, in azienda e presso il fornitore.

La protezione dei dati


Angolare è l’approccio alla tematica della data protection, che StorageTek inquadra come attività che minimizza il rischio per il business al cospetto di una riduzione di complessità delle strutture.


Lo fa prendendo spunto dall’analisi di una realtà che dice che il 20% delle risorse storage installate non è partizionato, che un altro 20% fa copie in eccesso e che il 30% non è utilizzato. I temi da affrontare, allora, nell’ordine di importanza in cui i clienti lo espongono a StorageTek, sono la disponibilità dei dati e il loro recupero, il controllo di più informazioni a parità di staff dedicato, il miglioramento nell’utilizzo delle risorse, la centralizzazione della gestione dello storage e delle San, l’ordinamento razionale dei tool.


È in questo quadro complesso di missioni che si inserisce il nuovo complesso di servizi di StorageTek, frutto di una ristrutturazione dell’offerta e dell’introduzione dell’essenziale servizio di "appraisal", di chiaro stampo consulenziale (e in questo caso la scuola bostoniana di Eula Adams fa sentire i propri effetti).


Per fornire il servizio di Storage Appraisal, di valutazione mirata, ed effettuata onsite, di un’infrastruttura di storage, la società del Colorado, ha rivelato Adams, ha investito molto nel training dei propri consulenti.


Già la filiale italiana, guidata da Sergio Lucarelli, ne può contare una cinquantina interni più una trentina esterni, in appoggio.

Un tris di obiettivi


I consulenti di StorageTek, allora, scendono direttamente sul campo per analizzare le strutture esistenti e per individuare un mix di strategie e tattiche da proporre, che perseguano un triplice obiettivo: migliorare la gestione, recuperare risorse minimizzando gli sprechi e ridurre i rischi.


Per il primo obiettivo viene prodotta un’analisi degli aspetti che caratterizzano gli ambienti di storage, in un formato consolidato, redatta senza stressare ulteriormente lo staff It: il rapporto è prodotto dai consulenti StorageTek. Tutto viene fatto analizzando dati, metodologie, tecnologia e organizzazione del lavoro. Quindi anche con colloqui tenuti sul campo. Per il secondo obiettivo si provvede a individuare le risorse sotto utilizzate e le opportunità per ottimizzarle a parità di staff dedicato. Per il terzo obiettivo vengono identificati i rischi di interruzione della continuità operativa e di mancato adempimento alle normative di conformità generati da una cattiva gestione dei dati o da operazioni di backup condotte male.


Come denominatore comune c’è un quarto obiettivo dell’appraisal, proprio quello con cui l’area consulenziale mette in pratica la propria maggiore affinità, ed è il miglioramento del processo decisionale. Qualcosa, insomma, espresso nella stessa lingua parlata dagli amministratori delegati. In tal senso il servizio di StorageTek punta a far pianificare i budget It in senso reale, evitando anche i piccoli difetti di allocazione delle risorse.


Fattivamente, i consulenti di StorageTek analizzano in azienda le operazioni di backup e recovery, i metodi di gestione delle risorse di storage a livello file, la gestione dei database e dei file system, l’utilizzo delle porte switch, la duplicazione dei dati e il throughput. Le informazioni necessarie sono raccolte anche tramite colloqui con le persone dell’It. Dopodiché, una volta chiariti gli scopi da raggiungere, la fase operativa di gestione del servizio passa alle aree della Global Services, che sono state recentemente completate e reindirizzate, con senso granulare della proposta.

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