L’Italia del trading online ora punta sulle valute estere

Il Forex è il mercato scelto da eToro per sviluppare la propria piattaforma, aperta tanto a esperti finanziari quanto a neofiti. Il Ceo della società, Jonathan Assia, parla di risultati e obiettivi, affrontando anche i dubbi sollevati da alcuni utenti.

Nel mondo del trading online, le cose sono cambiate parecchio, dopo lo scoppio della bolla Internet e, in anni più recenti, della crisi finanziaria generata dai titoli-spazzatura. La fiducia degli investitori è precipitata e la voglia di sicurezza ha prevalso sulla fascinazione del guadagno fai-da-te.
Uno dei mercati rimasti attivi è quello del commercio di valuta, il cosiddetto Forex, che attira l’interesse dei “trader” anche attraverso l’utilizzo intermediario del Web. eToro è una delle società che ha sviluppato una piattaforma di nuova generazione, che permette gli scambi, sia professionali che per non esperti, di tutte le più importanti monete del mondo, oltre che di oro e argento, petrolio e Cfd (Contracts for differencies). Abbiamo analizzato questo particolare segmento di mercato, la tecnologia che lo alimenta, le opportunità e i rischi che presenta con il Ceo della società, Jonathan Assia.

Cosa differenzia la piattaforma eToro dai sistemi di trading online già offerti da banche e operatori finanziari specializzati?

La nostra proposta intende offrire ai clienti la miglior esperienza possibile di trading, aprendo la possibilità a tutti. Per questa ragione, ci riteniamo un provider democratico di trading finanziario, capace di accogliere coloro che vogliono investire pochi euro oppure cifre molto più importanti. La nostra comunità sociale OpenBook consente agli operatori di comunicare fra loro e imparare. Per questo, abbiamo un seguito crescente soprattutto fra i nuovi adepti, ai quali offriamo gratuitamente la possibilità di fare pratica, oltre a indire competizioni dove possono partecipare anche i praticanti e vincere così premi basati sulla loro abilità. Questa apertura è ciò che ci distingue dalle altre piattaforme.

Come funziona OpenBook e cosa aggiunge ai similari servizi già offerti?

Il vantaggio della nostra piattaforma è la possibilità di comunicare, poiché questo mette in relazione broker esperti con privati cittadini neofiti, che possono imparare da loro o fare le stesse operazioni. L’interazione reciproca non ha restrizioni, quindi se due operatori volessero coordinare le rispettive ricerche per meglio capire come agire potrebbero farlo tramite OpenBook. Se qualcuno, invece, vuole vedere chi sono i trader più abili, può usare la piattaforma per copiare le loro mosse.

Visto che stiamo parlando di un sistema di “social trading” che dà la possibilità di vedere come operano gli altri investitori, come avete affrontato il problema della privacy?

Si tratta di un tema che abbiamo preso in serissima considerazione. Ogni utente può scegliere di non far parte di OpenBook e in questo caso nessuna informazione sul suo operato potrà essere condivisa con la comunità. Va detto però che fin qui quasi nessuno ha fatto questa scelta, il che significa che stiamo innovando nella direzione giusta. In seconda battuta, OpenBook non registra mai la dimensione della transazione, per impedire che vi siano intrusioni indesiderate. Infine, OpenBook si basa sugli user name scelti dagli utenti e non sui nomi reali, così proteggendo l’anonimato degli operatori.

eToro è nata concentrandosi sul Forex. Avete piani per estendervi ad altre aree del trading finanziario?

Il Forex è sempre stato al centro della nostra offerta, che però non si limita a questo. Negli ultimi tempi, abbiamo iniziato a offrire la possibilità di fare compravendita su metalli, beni petroliferi e Cfd dai principali indici americani ed europei. Già siamo una delle comunità di trading finanziario più grandi e globali, ma cerchiamo costantemente di allargare il focus dei nostri asset, per mantenere vivo l’interesse di clienti sparsi in ogni parte del mondo.

Ci sono anche in Italia alcuni forum che diffondono un’immagine negativa dei vostri servizi, riferendosi ad esempio al tempo per la riscossione dei profitti ottenuti o alle effettive opportunità di guadagno. Quali sono le vostre risposte e le azioni che avete intrapreso per interagire con i clienti, nella logica ormai dominante del Web 2.0?

Nel Web è possibile trovare opinioni molto diverse, tanto positive quanto negative, su di noi come su qualunque altra società che offre servizi finanziari online. Riferendosi a eToro, vorrei sottolineare che le critiche risalgono perlopiù al passato, cioè a quando stavamo iniziando a operare e, come ogni start up, abbiamo incontrato anche qualche difficoltà tecnica. Oggi i problemi sono stati risolti e infatti la maggior parte dei feedback che riceviamo sono assai positivi, soprattutto sul livello di servizio che offriamo ai clienti italiani. Per noi il Web 2.0 è parte essenziale della strategia di comunicazione, attraverso il newsblog eToro.net e l’interazione consentita dalla piattaforma OpenBook.

Quanti clienti avete in Italia, quanti sono realmente attivi e qual è il volume annuo delle transazioni gestite?

Non possiamo rivelare numeri specifici, ma si può affermare che i clienti italiani che usano account demo si contano a decine di migliaia e quelli che operano realmente sul mercato a migliaia. Per noi l’Italia è un mercato importante.

Com’è strutturata eToro a livello mondiale e quante risorse sono dedicate ai clienti italiani?

La nostra struttura è realmente globale. Abbiamo uffici a Cipro, New York, Sydney e una struttura marketing a Torino. All’Italia dedichiamo un buon numero di risorse. La divisione commerciale specifica è basata a Cipro, ma stiamo pensando di spostarla in Italia nel 2011.

Come valutate le vostre performance per il 2010 e quali sono gli obiettivi per il prossimo anno?

Questo è stato un anno molto positivo per eToro. Abbiamo ottenuto ottimi riconoscimenti per il nostro ruolo di innovatori e abbiamo lanciato OpenBook, con grande successo. L’Italia è stato uno dei tre principali mercati e il numero di operatori è cresciuto notevolmente rispetto al 2009. Nell’anno che sta arrivando, vogliamo continuare su questa china, potenziando la presenza locale diretta e speriamo così che l’Italia diventi il paese di punta in Europa. Ai clienti offriremo un numero maggiore di seminari locali, campagne sui media e nuove modalità per raggiungere chi vuole provare a fare trading finanziario con noi.

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