Linux ha trovato posto fisso nelle aziende

Una ricerca Suse rivela che l’83% delle aziende lo implementa nei propri server. Motivi: minori costi di possesso rispetto a Unix, performance più elevate e indipendenza da vendor.

Da un recente studio commissionato da Suse e realizzato su un campione di responsabili It di aziende di medie e grandi dimensioni emerge che Linux sta prendendo piede in azienda.

Le principali ragioni che ne incentivano l’adozione sono, in particolare, i minori costi totali di proprietà, le migliori prestazioni garantite e la possibilità di offrire un’alternativa al doversi legare ad uno specifico vendor.

L’83% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di implementare Linux nelle proprie infrastrutture e più del 40% lo sta utilizzando come primario sistema operativo server o come una delle principali piattaforme.

Molte delle aziende intervistate stanno utilizzando Linux o hanno in programma di utilizzarlo per la gestione del database (69%); il 62% sceglie questa piattaforma per l’archiviazione dati; sono 42 su 100 coloro che utilizzano Linux per applicazioni Crm, mentre un restante 31% ha scelto di gestire le applicazioni Erp su server Linux nel corso degli ultimi dodici mesi.

Le applicazioni database e di business intelligence risultano tra le più rilevanti applicazioni gestite tramite Linux (17%), seguite dalle applicazioni web server (14%), dai sistemi Crm e archiviazione dati (12%), per finire con le applicazioni verticali (8%); sicurezza, Tco ed elevate disponibilità sono i fattori che hanno spinto le aziende a considerare una migrazione su Linux delle applicazioni mission-critical.

Nella valutazione di Linux come alternativa a Unix, i tratti distintivi sono supporto, sicurezza e capacità integrate in-house.
Circa il 60% degli intervistati concorda sul fatto che passare ad una piattaforma opensource come Linux ampli la possibilità di affidarsi a più vendor.

A tal proposito, Gianni Sambiasi, Sales Manager di Suse Italy, sostiene che «l’adozione di Linux è ormai un fatto inevitabile per i dipartimenti It. La sicurezza offerta dal sistema operativo, la sua scalabilità, e la sua robustezza lo portano ben aldilà dell’ambito dei Web server e del supercomputing e lo rendono legittimo per ospitare applicazioni mission-critical. La vicinanza dal punto di vista strettamente tecnico a Unix, insieme con un attraente Tco ne fanno la prima scelta per i dipartimenti It in un progetto di migrazione».

Sambiasi poi sottolinea come dalla ricerca emerge che «una migrazione a Linux aiuta a evitare il vendor lock-in, e fa beneficiare concretamente, dal punto di vista economico e di gestione sistemi, di una architettura agile e flessibile».

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