L’industria lombarda riparte lenta dagli strascichi del 2009

Migliora la produzione nel primo trimestre 2010 secondo Unioncamere, ma restano varie difficoltà: accesso al credito, occupazione e investimenti

Forse dovremmo imitare la Francia per ridare ossigeno alle nostre imprese. Dal primo gennaio 2009, nel Paese transalpino è in vigore una nuova legge che obbliga a pagare i fornitori entro 45 giorni fine mese o 60 giorni dalla data di emissione della fattura, rischiando altrimenti una bella sanzione. L’ha ricordato l’amministratore delegato di Nuncas (prodotti per la pulizia della casa), Luca Manzoni, nel convegno in cui la Camera di commercio milanese ha illustrato i prossimi bandi per l’accesso al credito delle Pmi. La legge francese per diminuire i tempi di pagamento ha permesso alle aziende locali di assorbire un po’ meglio le difficoltà economiche dello scorso anno, conservando maggiore liquidità. In Italia, invece, saldare le fatture oltre il termine stabilito continua a essere una cattiva abitudine molto diffusa, soprattutto nel settore pubblico. Tanto che, secondo un recente sondaggio di Unioncamere su 4.700 imprese lombarde (industria, artigianato, commercio, servizi e costruzioni), circa il 40% del campione ha denunciato i pagamenti ritardati dei clienti come la principale difficoltà nel far quadrare i conti aziendali.

Nuovi bandi per aiutare le Pmi
L’accesso al credito rimane così uno degli ostacoli principali per la ripresa delle Pmi milanesi. Un aiuto arriverà dalla Camera di commercio, che ha stanziato complessivamente due milioni di euro con il Comune e la Provincia per quattro diversi interventi. Ci sono innanzi tutto 800mila euro destinati agli investimenti produttivi, come il rinnovo degli immobili, acquisizione di aziende, marchi o brevetti, acquisto di macchinari e attrezzature. Metà di questa cifra (400 mila euro) servirà invece a ridurre il debito delle aziende, per esempio attraverso un aumento del capitale sociale o versamenti in conto capitale. Altri 800mila euro andranno alle imprese che devono risanare le proprie casse, con varie misure tra cui l’analisi dei flussi finanziari per diminuire gli sprechi e individuare i possibili risparmi. Tutte le domande vanno presentate entro il 31 maggio 2011 alla Camera di commercio.

Si rivede il segno più
Intanto la produzione industriale lombarda vede nuovamente il segno più: +3% nel primo trimestre 2010 rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno e +2,5% rispetto allo stesso periodo del 2009. Unioncamere segnala buoni risultati anche per il fatturato (+4,9%) e gli ordini interni ed esteri, rispettivamente con +4,6% e +2,9% in confronto al trimestre precedente. La quota del fatturato estero vale ora il 36,6% del totale; sono le imprese industriali di maggiori dimensioni, con oltre 200 dipendenti, ad accelerare maggiormente avendo sfiorato un aumento della produzione pari al 7%, mentre quelle con meno di 50 addetti devono ancora eliminare il segno meno (-0,6%). Più timida la ripresa dell’artigianato, che registra un +0,7% dall’ultimo trimestre 2009 ma resta negativo (-3,7%) nel paragone con un anno fa. È quasi raddoppiato, passando dal 22 al 41% da un trimestre all’altro, il numero d’imprese che ha incrementato la produzione di almeno il 5% rispetto allo stesso periodo del 2009.

Le incertezze che pesano
Nonostante la produzione sia cresciuta più di quanto avesse previsto Unioncamere nelle rilevazioni precedenti, sui prossimi mesi continuano a pesare alcune incertezze. In primo luogo sulla risalita dell’occupazione, che dovrebbe rimanere stabile nella migliore delle ipotesi (-0,3% nel primo trimestre 2010 rispetto all’ultimo del 2009). Alle imprese, inoltre, non basta questa boccata d’ossigeno per far ripartire gli investimenti, preferendo ridurli o rinviarli nel 35% dei casi stando al già citato sondaggio di Unioncamere. Prometeia stima un aumento degli investimenti fissi lordi che sfiora il 2% nel 2014, mentre i consumi delle famiglie dovrebbero salire leggermente (+1,3%) a quella data. L’andamento del Pil della Lombardia, infine, dovrebbe mantenersi tra +1,4 e +1,8% tra 2010 e 2014. Si conferma quindi la lentezza del nuovo ciclo economico appena uscito dalla virulenta crisi (legata soprattutto all’export nel caso italiano) dello scorso anno.

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