L’ignoranza informatica fa perdere un sacco di tempo (e di soldi) alla Sanità

settembre 2004 Secondo il rapporto “L’ignoranza informatica: il costo nella Sanità” realizzato da Aica (www.aicanet.it) e da Sda Bocconi (www.sda.uni-bocconi.it), patrocinato dal ministero della Salute e da quello dell’In …

settembre 2004 Secondo il rapporto “L’ignoranza informatica: il costo nella Sanità” realizzato da Aica (www.aicanet.it) e da Sda Bocconi (www.sda.uni-bocconi.it), patrocinato dal ministero della Salute e da quello dell’Innovazione, la sola Sanità italiana registrerebbe un danno per 850 milioni di euro a causa dell’”ignoranza informatica”. Più precisamente “l’improduttività nell’uso degli strumenti informatici nel sistema pubblico e privato genera un costo nascosto”, afferma il rapporto. Questo costo è superiore alla spesa informatica dell’intero comparto, quantificata in 600 milioni di euro, e rappresenta lo 0,84% dell’intera spesa sanitaria del Paese. Un dato importante se si aggiunge che la spesa informatica nella Sanità, pubblica e privata, è soltanto lo 0,59% del totale contro una media europea del 2%. In pratica, il rapporto ha monetarizzato il numero di ore perse dal personale sanitario nell’imparare a usare gli strumenti informatici messi a loro disposizione. Sempre secondo il rapporto, più di un quarto del personale autorizzato è impreparato a utilizzare gli strumenti informatici di base. Una formazione adeguata, per esempio il semplice conseguimento della patente europea per il computer (l’Ecdl), permetterebbe di arrivare a risparmiare fino a 2 miliardi di euro. Negli ospedali, si legge nel rapporto, quasi il 44% dei 771mila addetti usano l’informatica per necessità di lavoro. Di questi il 49% per solo uso gestionale e contabile e il 26% del totale non ha una solida preparazione». Imedici di base sembrano essere più evoluti. Sempre secondo Aica e Sda Bocconi, il 76% usa strumenti informatici per la professione e un altro 7,5% ha dichiarato di volersi allineare a breve alla maggioranza.

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