Licenze software sotto esame

Partono le modifiche del licensing in ambienti dual core e di virtualizzazione. I vendor automatizzano, mentre gli operatori cercano un’intesa con il cliente

Dicembre 2005, La notizia che un rivenditore Microsoft inglese ha
rimesso in commercio, a prezzi scontati, le licenze software di un’azienda cliente
in fallimento è soltanto l’ultima su un tema da tempo sotto l’occhio
del ciclone. Al SoftSummit 2005, tenutosi in California a ottobre, è
stata presentata una ricerca americana in proposito che ha coinvolto circa 200
responsabili dei sistemi informativi e circa 250 software house. Ne è
scaturita la necessità di dover rivedere il meccanismo del licensing
orientandosi più verso una fruizione di un servizio che verso la semplice
rivendita di un prodotto. Soltanto il 28% dei responsabili delle aziende clienti,
infatti, ha dichiarato di essere soddisfatto dell’attuale sistema di pricing
delle licenze. E, in effetti, le software house stanno migrando verso un modello
più articolato basato sulla sottoscrizione di un programma di licensing,
anche perché permetterebbe di offrire un prezzo base più basso
e maggiore scelta al cliente. Ancora, più della metà delle aziende
clienti (il 53%) preferirebbe un modello di licenze legato più all’effettivo
utilizzo dei vari software contro il modello tradizionale di una licenza server
per processore indipendente dai carichi di lavoro delle macchine. Ed è
proprio da quest’ambito che si partì più di un anno fa.

Inseguire la tecnologia
A metà dell’anno scorso, infatti, con l’introduzione dei processori dual
core per server di Intel e Amd, si ebbe la consapevolezza che qualcosa doveva
cambiare e non si è ancora giunti alla fine a causa delle obiezioni introdotte
dalle tecniche di virtualizzazione. Sui server dual core, il dubbio riguardava
il licensing software per processore. I maggiori produttori di software avrebbero
dovuto rivedere i loro contratti definendo precisamente cosa intendono per processore.
Ovvero: un server con un chip dual core è da considerare equivalente
a un server biprocessore, e quindi il cliente deve pagare due licenze server,
oppure, come i produttori hardware hanno sempre sostenuto, dal punto di vista
delle licenze è un server monoprocessore?

Microsoft su tutti
E, con una certa lentezza, dalla seconda metà dell’anno scorso sono partite
le modifiche. Se, infatti, Microsoft ha provveduto a novembre del 2004, Oracle
e Bea hanno risolto il problema solo durante l’estate di quest’anno. Ed è
curioso osservare come, nella tabella a lato, le soluzioni adottate siano diverse
e, se vogliamo, fantasiose. Tra tutti i vendor bisogna dare atto a Microsoft
di essere il più chiaro e il più sensibile alle novità.
Come dicevamo, anche le tecniche di virtualizzazione hanno portato ulteriori
elementi di complessità. In questo caso il problema riguarda l’utilizzo
di istanze concorrenti dello stesso sistema operativo su un’unica macchina.
Come affrontare il problema? Per un sistema operativo si paga una licenza, ma,
virtualizzando, copie dello stesso software vengono usate contemporaneamente,
così per quattro istanze la tentazione sarebbe di far pagare quattro
licenze. Anche in questo caso Microsoft è stata la prima ad affrontare
chiaramente il problema. A Smau 2005, in concomitanza dell’iniziativa Dynamic
Systems per la gestione più flessibile da parte di clienti e partner
dei sistemi operativi Microsoft in ambito di virtualizzazione, l’azienda di
Redmond ha chiarito come ci si debba comportare. Chi usa Windows Server 2003
R2 Enterprise Edition potrà eseguire fino a quattro istanze virtuali
senza alcun costo aggiuntivo, mentre gli utilizzatori di Windows Server Datacenter
Edition (Longhorn) potranno eseguire un numero illimitato di istanze virtuali
in un server fisico. Inoltre, la gestione dinamica delle licenze consentirà
di pagare solo per il numero di istanze in esecuzione e non per quelle teoricamente
possibili.

Le particolarità delle licenze in ambienti multicore
Chi: Microsoft
Come opera
: È richiesta una sola licenza server anche per un
pro- cessore dual core
Chi: Oracle
Come opera: Nel calcolo delle prezzo delle licenze un core
conta come tre quarti (0.75) di un processore single core
Chi: Bea
Come opera: Si richiede una maggiorazione del 25% del prezzo
della licenza per processore per ambienti multicore
Chi: Ibm
Come opera: Se i server dual core sono Intel o Amd, i due core
equivalgono a un solo chip, se invece montano il Power5, ogni core è
un singolo processore

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