L’export sostiene l’oro italiano

Venduta all’estero merce per 4,7 miliardi di euro nel 2007 (+4% sul 2006), a fronte di un interscambio complessivo di 6 miliardi

Nel 2007 tra fabbricazione, agenti intermediari, vendita al dettaglio e all’ingrosso, il settore orafo in Italia ha creato lavoro per 37.682 imprese generando un valore di interscambio complessivo, tra import ed export, pari a 6 miliardi di euro, in crescita del 6,1% rispetto al 2006. Questi dati derivano da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del Registro Imprese e Istat al 4° trimestre 2007.
A guidare la classifica delle regioni per numero di imprese risulta la Lombardia, con 4.681 realtà (12,4% del totale italiano), seguita da Campania (4.214 imprese, 11,2%) e Toscana (4.153 imprese, 11%). Fra le province, prima è Napoli (2.739 imprese, 7,3% del totale) seguita da Roma (2.573 imprese, 6,8%) e Milano (2.345 imprese, 6,2%).
La gran parte del valore del comparto è generata dall’export, segno che i nostri gioielli e articoli di oreficeria risultano essere molto apprezzati oltreconfine: dei 6 miliardi totali, infatti, ben 4,7 sono frutto di vendite verso il resto del mondo, con un aumento del 4% tra il 2007 e 2006. Per peso sulle esportazioni brillano il Veneto (35,7% del totale, con protagonista la provincia di Vicenza), Toscana (31,9%, dove spicca Arezzo) e Piemonte (14,7%, con Alessandria in primo piano).

L’identikit dell’imprenditore orafo
L’imprenditorialità orafa nel nostro Paese, considerando sempre fabbricazione, agenti intermediari, vendita al dettaglio e all’ingrosso, è costituita prevalentemente da ditte individuali. Di queste, la quasi totalità (95,7%) dei titolari è italiana, in sette casi su dieci si tratta di maschi (73%) e per la metà di età compresa tra i 40 e i 59 anni (52,5%). Rispetto agli italiani, i titolari stranieri (4,3% del totale) registrano una più significativa presenza di donne (39,2%), e di giovani (37,4% di età compresa tra i 20 e i 39 anni contro il 28,5% fra gli italiani).

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