L’eterno revamping del mainframe

Unisys rinnova l’offerta host con nuovi sistemi Cmos in grado di scalare notevolmente le prestazioni.

28 luglio

Unisys annuncia una versione ampiamente rinnovata dei propri sistemi mainframe basati su architettura Cmos.


Il nuovo sistema, rivolto agli utilizzatori del sistema operativo Mcp, è il modello ClearPath Plus 185 a 32 vie, noto precedentemente con il nome in codice "Libra" e fa seguito a un altro mainframe per ambiente Os2200, "Dorado", che Unisys aveva rilasciato nel maggio scorso, e al mainframe Es7000 basato su architetture Wintel anch’esso presentato nel corso della primavera passata.


Dopo il sistema 180, si tratta della seconda offerta Unisys facente parte della famiglia Libra. Come per i sistemi Dorado nati nell’ambito della divisione Sperry Os2200 di Unisys, il nuovo modello 185 fa ampiamente leva sull’architettura Cellular MultiProcessing, che aveva fatto il proprio debutto nel 2000 con un sistema Intel, l’Es7000 basato su processori Pentium III Xeon e Itanium.


Nel settembre dello scorso anno, Unisys aveva rilanciato la serie dei sistemi ClearPath Nx6800, appartenenti invece alla famiglia dei processori Burroughs. Il sistema in questione utilizzava processori Burroughs a 300 Mips e poteva ospitare da uno a otto di questi motori, oltre a poter supportare fino a 32 Pentium III Xeon "Cascades" (da 700 a 900 Mhz) o Pentium 4 Xeon "Foster" (da 1,4 a 1,6 GHz) per un totale complessivo di 40 vie.


I sistemi Intel potevano utilizzare i sistemi operativi Windows, UnixWare e una versione emulata di Mcp eseguita sotto Windows in una finestra di emulazione chiamata Mcpvm, mentre i processori Burroughs utilizzavano solo Mcp. All’epoca, il modello Libra 180 poteva supportare una singola immagine Mco a otto vie su motori Burroughs, ma Unisys aveva affermato che nel 2003 sarebbe stato possibile estendere l’immagine fino a sedici processori Cmos.


La cosa non si è verificata con i nuovi Libra 185, ma secondo i responsabili dei sistemi ClearPath, Unisys sarebbe riuscita a incrementare i livelli di potenza dei motori Cmos da 300 a 370 Mips, aumentando a 16 il numero di processori Burroughs assegnati ad applicativi Mcp.


Ciascuna partizione Mcp a otto vie aggrega una potenza pari a 1.910 Mips, oltre a significativi miglioramenti rispetto alla versione Nx6800 relativamente a sottosistemi di memoria e di I/O.


Libra 185 può supportare fino a 8 schede-cellula a 4 vie. Due di queste schede devono essere equipaggiate con processori Burroughs, le altre sei possono utilizzare questi processori o i chip Pentium 4 Xeon "Gallatin" da 1,5 a 2 GHz. La performance teoricamente raggiungibile è di 10.500 Mips, non inferiore a quella di un mainframe Ibm zSeries 990, T-Rex (con la differenza che quest’ultimo utilizza un sistema operativo, z/Os, capace di supportare fino a 16 processori per immagine e in futuro dovrebbe arrivare a 32).


Il mainframe Unisys, ammiraglia della nuova strategia Business Blueprint, annunciata pochi mesi orsono in risposta ad analoghe iniziative di Ibm, Hp e Sun in materia di computing on-demand, vanta di conseguenza un esclusivo approccio ad architettura ibrida.


Unisys supporterebbe quindi Java e J2Ee sulle partizioni Windows e mainframe dei sistemi ClearPath, mentre .Net viene eseguito nelle sole partizioni Windows.


Un Libra 185 parte da un prezzo di 1,1 milioni di dollari per un sistema da 20 Mips e 3 GB di memoria principale, mentre un ambiente esteso con due domini Mcp a otto vie (per 4.000 Mips aggregati) e un singolo dominio Gallatin con Windows arriva a costare 22,4 milioni. Prezzi, avverte Unisys, che riguardando sistemi completi, risulterebbero competitive rispetto ai mainframe zSeries.

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