Le tre linee guida di Hds per ottimizzare lo storage

La società giapponese attiva nelle soluzioni storage punta a dare una risposta alla domanda di virtualizzazione, alla crescita esplosiva dei dati non strutturati e al desiderio di un It sempre più ecocompatibile

Secondo gli analisti e le dichiarazioni degli stessi fornitori, lo storage sta vivendo un periodo di crescita particolarmente brillante. Ma come si configura precisamente la domanda dei clienti? Investono semplicemente per acquistare sempre più capacità di memorizzazione o per qualche altro motivo?

Lo abbiamo chiesto a Michael Vaeth, senior vice president e general manager Emea di Hitachi Data Systems.

Quali sono le tendenze che spingono la crescita della domanda di storage?

«Alla base degli attuali risultati noi rileviamo tre tendenze. La prima è la virtualizzazione, che viene vista dai clienti come uno strumento per rendere più efficiente l’utilizzo non solo dello storage ma anche in generale dell’hardware e del networking. La seconda tendenza, più specifica del mercato storage, è l’esplosione dei dati non strutturati. Si stima che alla data abbiano raggiunto 2.700 petabyte ossia milioni di miliardi di byte e nel 2011 saranno dieci volte tanto. Solo il 4% di essi è gestito da un sistema di content management, ma nel restante 96% ci sono moltissime informazioni importanti che le aziende non hanno la possibilità di sfruttare, il che apre grandissime opportunità di business. La terza tendenza è quella verso sistemi It più ecocompatibili, ossia il green It, in quanto sono proprio i clienti a chiederci risparmi di energia, di alimentazione e di raffreddamento e una minore occupazione di spazio».

Queste tre tendenze sono generali o sono specifiche per determinati settori d’industria o per determinati paesi?

«La virtualizzazione è un fenomeno che interessa tutte le aziende, indipendentemente dal settore d’appartenenza e non solo le grandi ma anche le medie imprese. La gestione dei dati non strutturati interessa soprattutto le aziende di telecomunicazione, il green It è tanto più importante quanto più grande è l’azienda, specie in quelle che hanno dichiarato pubblicamente il loro impegno a ridurre l’emissione di anidride carbonica e perciò hanno assegnato precisi obiettivi a tutti i loro reparti, incluso l’It».

Hds ha una risposta a queste tendenze?

«Per prima cosa voglio ricordare che il gruppo Hitachi, a cui Hds appartiene, ha dichiarato pubblicamente di voler assegnare una grandissima attenzione al problema della eco-compatibilità fin dagli anni 70, il che significa che Hitachi è un’azienda “green” nel suo Dna, come dimostra la realizzazione del data center di Yokohama, in Giappone, che è il più efficiente ed eco-compatibile del mondo. Sulla linea di business dello storage, questa attenzione si traduce nello sviluppo di prodotti con consumi e ingombri sempre minori, facendo leva, ad esempio sulla virtualizzazione, per diminuire la quantità di dati memorizzati. La gestione della massa crescente di dati trova una risposta nella nostra architettura Services Oriented Storage Solutions) l’unica sul mercato capace di gestire con un unico software tutti i tipi di dati, sia strutturati che non, e che permette di costruire una struttura gerarchica a vari livelli utilizzando storage di diverso costo e di diverse performance per ottimizzare la gestione di grandi masse di dati, fornendo a ciascuna tipologia di dati i servizi di archiviazione e le performance richiesti. È possibile spostare i dati da un livello all’altro a seconda delle necessità. Mi preme sottolineare che Hds non chiede ai clienti di sostituire tutto lo storage installato con propri prodotti, perché la nostra architettura supporta i principali standard del mercato. Da qui può partire il processo di virtualizzazione, di deduplicazione, di consolidamento, ossia in generale di riduzione dello spazio utilizzato, dell’energia consumata e in definitiva del costo dello storage».

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