Le tre fasi per ridurre i consumi di un datacenter

Il 15% dei costi complessivi di un DC è legato ai consumi energetici. Per limitarli è opportuno passare da una stadio di consolidamento per poi arrivare alle fasi di ottimizzazione delle risorse e automatizzazione della gestione complessiva.

In un datacenter di grandi dimensioni i costi legati all’alimentazione delle macchine e al loro raffreddamento sono la seconda voce di spesa, dopo la gestione delle macchine e del software.

Si stima che il 13-15% del costo complessivo di un datacenter sia legato ai consumi energetici, per l’alimentazione e per il raffreddamento.

Cosa fare quindi per aumentare l’efficienza energetica di un datacenter? Secondo Franco Martino, Practice Manager Infrastructure Consulting di Emc Italia è importante sviluppare una strategia basata su tre step fondamentali: consolidamento, ottimizzazione e automatizzazione. Vediamoli nel dettaglio

1. Consolidamento
Va consolidato tutto quello che è consolidabile: server, storage, reti, applicazioni e data center. Questo elimina le ridondanze e migliora l’utilizzo degli asset, riducendo contemporaneamente i costi. Un consolidamento di datacenter, server e storage porta mediamente a risparmi nell’ordine del 50%.

La virtualizzazione, come strumento per consolidare i server, consente di raggiungere con una certa regolarità rapporti di dieci a uno o anche superiori, per il passaggio da fisico a virtuale, e per la relativa riduzione dei consumi.

2. Ottimizzazione
E’ importante analizzare come gli asset It sono configurati e implementarli con l’obiettivo di ottenere la massima efficienza energetica. Bisogna stabilire linee guida, metriche e metodologie di tracking, concentrandosi sulle funzionalità integrate offerte da hardware e software e definire pratiche operative standard in grado di mantenere le prestazioni e di rispettare le policy nel tempo. In un data center tradizionale, i server vengono utilizzati tra il 5 ed il 15% del loro potenziale, mentre lo storage ha un tasso di sfruttamento leggermente più alto, tra il 20 ed il 40%.

Il tiering dello storage consente di tagliare ulteriormente i costi in maniera significativa. Dedicare storage primario, costoso e di qualità, ai dati che realmente servono tutti i giorni, e trasferire i dati di utilizzo meno immediato su storage secondario, altrettanto affidabile ma meno performance, può ridurre i costi di un altro 25%. Se il 70% dei dati non viene utilizzato per 90 giorni o più, mantenerli su uno storage primario rappresenta uno spreco di capitale, di spazio e di energia.

La deduplicazione dei dati è un altro strumento potente di riduzione del volume dei dati, soprattutto per quanto riguarda operazioni di backup.

3. Automatizzazione
L’intelligenza del software risulta molto utile per ottimizzare l’uso dell’ambiente consolidato. Uno strato software adeguato permette di sfruttare al meglio l’infrastruttura fisica, migliorando la gestione dei dati e rendendo più semplici operazioni come il loro trasferimento, deduplicazione e archiviazione.

I programmi di efficientamento dell’It non producono soltanto risparmi in termini di consumi energetici, ma diminuiscono i bisogni di spazi per i datacenter, di acquisto di server, di storage e di apparati di network; riducono il costo di impianti accessori quali il cabling, i sistemi antincendio e di raffreddamento.

Portano anche ad una razionalizzazione dei processi, delle procedure, delle organizzazioni e dei sistemi, che ha per conseguenza una maggiore efficacia dei sistemi It, con livelli di servizio migliori e di maggior supporto al business.

Si tratta di progetti che possono essere realizzati con tecnologie disponibili oggi e con practice consolidate. Per Martino sono concetti semplici da comprendere, che giustificano pienamente i costi e che, oltre a supportare programmi di responsabilità ambientale, portano ad un rapido ritorno sull’investimento.

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