Le ragioni di www.controconsip.it

Settembre 2003, Possiamo presentarli come l’amministratore delegato di Eland Spa, società di consulenza del Gruppo Idea, e l’amministratore di Computer Levante Engineering, azienda di servizi e formazione It. Oppure come il vice presidente di As …

Settembre 2003,
Possiamo presentarli come l’amministratore delegato di Eland Spa, società
di consulenza del Gruppo Idea, e l’amministratore di Computer Levante Engineering,
azienda di servizi e formazione It. Oppure come il vice presidente di Assoservizi
di Foggia e quello dell’Api (Associazione piccole e medie imprese) della provincia
di Bari. Ma in questo contesto i novelli dottor Jekyll e mister Hyde del mercato
It del Belpaese si manifestano come i principali artefici del comitato Controconsip.
Il movimento, che attualmente raccoglie circa 650 aziende, soprattutto del settore
It, si è impegnato a difendere gli interessi delle migliaia di piccole
e medie aziende che, a causa del "sistema Consip" si vedono tagliate
fuori dagli appalti pubblici. La presidente è Mariarosa Scherillo, di
Computer Levante Engineering, e il suo vice è Angelo Coletta
di Eland che ci racconta cosa sta succedendo.
«Siamo di fronte a una contraddizione – esordisce Coletta -.
Lo Stato italiano è governato da liberisti che dovrebbero stimolare
la concorrenza e il libero mercato, mentre il "modello Consip" ricorda
tanto una centrale di acquisti di stampo sovietico»
. Coletta spiega
cosa non funziona: «È dimostrato che la centralizzazione degli
acquisti non porta risparmio, come si vorrebbe far credere, i grandi appalti
spesso sono stati accompagnati da grandi tangenti, le grandi forniture determinano
pochi concorrenti, incidendo sulla qualità»
. Ancora: «Quanto
costa agli italiani la Consip?
– prosegue Coletta – Parliamo di una
struttura in cui operano più di 400 persone, siamo sicuri che si sta
risparmiando?»
.

Le obiezioni si concentrano sulla qualità del prodotto e del servizio
fornito al cliente. Secondo Coletta dal momento della proclamazione del vincitore
all’effettiva consegna dei computer possono passare sei mesi. L’Ente cliente,
dunque, rischia di trovarsi macchine già vecchie, magari provenienti
da stock di magazzino. Inoltre c’è anche il problema della capillarità
dei clienti: l’azienda vincitrice deve essere presente in tutto il territorio,
per garantire l’assistenza postvendita. Non è il caso delle forniture
It, ma rimane emblematico l’esempio dell’ospedale che doveva mandare le ambulanze
a 50 chilometri per fare il pieno ai distributori Q8, vincitore dell’appalto
per il carburante. Ma, obbiettiamo timidamente, ci sono delle alternative al
modello Consip previste dalla legislazione vigente. «Teoricamente
– afferma Coletta – per importi sotto i 50mila euro, un’azienda
potrebbe, per esempio, partecipare a una gara europea che ne costa, tra una
cosa e l’altra, almeno 10mila. Si può affrontare una trattativa privata
con i comuni sotto i 5mila abitanti, con gli Enti legati al Miur (ministero
della Ricerca Scientifica) e, forse, perché la legislazione non è
chiara, con le scuole. Ma è pesantissimo il prezzo da pagare»
.
La trattativa privata è costellata da una miriade di paletti, primo fra
tutti la responsabilità amministrativa personale del dipendente dell’Ente
pubblico che firma il contratto. «Quale dipendente pubblico si assumerebbe
questa responsabilità
– ci fa presente Coletta – e, anche se
lo facesse, come potrebbe dormire sonni tranquilli se per un banale vizio di
forma, rischia di dover pagare di tasca sua?»
.

Il comitato, così, è sceso sul piede di guerra. Il primo obiettivo
è l’abrogazione o quantomeno la modifica tramite emendamento, dell’articolo
24 dell’ultima legge Finanziaria. Quello in cui sono definiti i paletti per
la trattativa privata e le "forti raccomandazioni" a usare la Consip
come strumento unico di approvvigionamento di beni e servizi da parte degli
Enti pubblici. «Presenteremo un emendamento – ci dice Coletta
e siamo in stretto contatto con i parlamentari che hanno firmato un’interpellanza
per analizzare le procedure della Consip. Inoltre faremo ricorso alla Corte
di giustizia europea evidenziando i profili di incostituzionalità della
legge e chiederemo l’applicazione di una multa per la violazione delle regole
di concorrenza»
. Ma il comitato Controconsip non dice solo no. «Il
mercato telematico ci va bene
– prosegue Coletta – purché sia
aperto realmente a tutti. Inoltre si deve tornare al ruolo che Consip aveva
in origine, al recepimento della normativa europea. Consip deve essere un organismo
di controllo e di tutela degli Enti locali, deve fissare delle indicazioni sui
prezzi per garantire la qualità delle forniture, ma niente di più»
.

Coletta ci racconta anche del meccanismo perverso che si sta mettendo in moto
e che, secondo lui, contribuirà all’inevitabile smantellamento della
Consip entro 3 anni al massimo. «Gli Enti locali non richiedono le
forniture alla Consip perché il loro bacino di voti è rappresentato
proprio da chi lavora nelle aziende locali
– ci dice Coletta – e non
se la sentono di agire tramite trattativa privata a causa degli alti rischi»
.
«Il "giocattolino" – conclude Coletta – serve solo
alle grandi aziende italiane con presenza all’estero che non stanno crescendo
fuori dal nostro Paese. Si aggiudicano l’appalto, anche se non hanno una competenza
specifica, e con il meccanismo del raggruppamento temporaneo d’impresa, danno
le forniture in subappalto»
.

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