Le Pmi sperimentano con cautela l’eBusiness

Resi noti i risultati di un’indagine commissionata da Assintel a Mate. Sostanzialmente invariati gli investimenti It rispetto allo scorso anno. I gestionali sono generalmente adottati tra le piccole e medie imprese mentre l’eBusiness stenta ad affermarsi.

29 maggio 2003 Assintel ha presentato nei giorni scorsi i risultati di un’indagine commissionata a Mate. La ricerca aveva come scopo l’analisi del comportamento delle Pmi relativamente alla domanda di soluzioni gestionali e di eBusiness. Lo studio è stato condotto nel corso dei mesi di aprile e maggio su un campione di circa 600 aziende con un numero di addetti compreso tra i 10 e i 500 (un terzo delle quali situate nella zona di Milano e provincia), attive principalmente nei settori dell’industria (il 64,7%) dei servizi (il 19,8%) e del commercio (il 15,5%). “Gli investimenti It delle piccole e medie imprese non subiranno sostanziali variazioni rispetto allo scorso anno – ha chiarito Anna Maggi, analista di Mate -. Sulla base della nostra ricerca, infatti, il 44% delle aziende intervistate dichiara di voler investire in misura uguale rispetto al 2002, mentre è poco meno di un terzo (il 29% – ndr) dice di aver deciso una riduzione della spesa rispetto allo scorso anno”.

Tra i freni all’investimento, le principali motivazioni sono riconducibili alla mancanza di uno specifico valore attribuito al progetto in azienda (nel 52,7% dei casi) quindi, sostanzialmente, a una scarsa percezione del ritorno sull’investimeno effettuato.
Un grosso elemento inibitore è rappresentato anche dalla resistenza culturale all’adozione delle nuove tecnologie, maturata all’interno dell’organizzazione aziendale. Rilevante altresì il peso della scarsità dei budget, della complessità e della lunghezza dei tempi di implementazione, anche se questa è la percezione delle obiezioni del cliente così come rilevata dai fornitori di tecnologia.

La presenza di software gestionale presso le aziende anche di dimensioni ridotte risulta un dato assodato: è ammessa, infatti, dal 92,8% degli intervistati, che dichiara di aver adottato, tipicamente, soluzioni pacchettizzate (il 42,4%), oppure software sui quali siano state fatte delle personalizzazioni (il 33,5%).
Le personalizzazioni vengono, per la maggior parte, delegate all’esterno dell’azienda.

Amministrazione e contabilità le aree principalmente coperte (il 95,4%) dal gestionale adottato, seguite da acquisti e logistica (il 72%). La condivisione delle applicazioni con i partner è possibile nel 18,8% dei casi.

Il peso della Rete

Con riferimento, invece, alle modalità con le quali le Pmi italiane danno accesso alle informazioni aziendali, Internet è ancora il canale privilegiato (il 27%) rispetto alle Intranet o alle Extranet.

Se il 76,5% delle Pmi ha, ormai, un sito Web, diverse sono le funzionalità offerte. I servizi di presentazione istituzionale online sono garantiti nell’89,5% dei casi mentre il 69,6% degli intervistati offre anche l’opzione di un catalogo di tipo “statico” sul sito. Il catalogo dinamico online è presente nel 22,6% dei casi e il 13,9% degli intervistati sostiene di disporre anche di un servizio di customer care, offerto attraverso il sito Web.

“L’analisi ha considerato anche la diversa propensione verso la tecnologia delle Pmi – ha tenuto a precisare Maggi – segmentando gli intervistati in Innovatori, ovvero aziende pronte a sperimentare le nuove tecnologie; Prudenti, ovvero le realtà che fanno proprie le innovazioni tecnologiche solo in quanto idonee a risolvere specifici problemi; e Follower, ossia le aziende che adottano una data tecnologia solo quando questa abbia raggiunto un certo grado di diffusione”. Sulla base di questi tre profili, l’indagine ha messo in luce come le personalizzazioni ai pacchetti software siano richieste in misura cospicua (il 74,7%) dai Follower mentre gli Innovatori ne fanno un uso più contenuto (nel 61,1% dei casi). Solo il 22,1% delle Pmi intervistate rende accessibile, nei confronti di terze parti, il proprio gestionale via Rete, anche se la percentuale sale al 30% tra quelli che l’analisi ha identificato come Innovatori.

Passando, invece, all’analisi dei progetti di eBusiness implementati, il 16,7% degli intervistati dichiara che questi hanno riguardato soprattutto le aree data warehousing e Business intelligence (il 13,7% del campione), seguite dal Customer relationship management (14,4%), dai corporate portal (13,4%) e dal Knowledge management (10,5%).

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