Le Pmi non sono ancora preparate al disaster recovery

Una ricerca realizzata da Symantec ha evidenziato che le piccole e medie imprese non hanno ancora ben chiaro il grave impatto che potrebbe avere una minaccia informatica sul loro business. Ma anche che questa impreparazione comporta costi elevati.

Secondo i risultati della ricerca di Symantec 2011 SMB Disaster Preparedness
Survey, le Pmi non hanno ancora compreso il grave impatto che potrebbe avere una
minaccia informatica sul loro business. I risultati dell’indagine, che ha coinvolto (1.840 imprese di 23 paesi tra Nord
America, America Latina, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia) mostrano infatti
che, nonostante esistano rischi di sicurezza per le piccole e medie imprese,
queste non considerano la preparazione contro eventuali minacce tra le loro
priorità fino a quando non sperimentano realmente gli effetti di un attacco o
della perdita dei dati. Da quanto emerso dalla ricerca, inoltre, risulta che i costi
di questa impreparazione sono alti e che le piccole e medie imprese mettono a
rischio il loro giro d’affari e causando la perdita di clienti.

La metà degli intervistati infatti non ha ancora attuato un piano di
disaster recovery. Il 41% ha dichiarato che non è mai stato necessario
preparare un piano di questo tipo e il 40% non considera una priorità essere
preparati in caso di minacce alla sicurezza. Solo il 36% delle Pmi intende
realizzare in futuro un piano per prepararsi contro le minacce.

E tutto ciò nonostante il 65% degli intervistati viva in zone soggette a
disastri naturali. Negli ultimi 12 mesi, in media una Pmi ha subito sei interruzioni di servizio,
causate soprattutto da cyber attacchi, interruzioni di corrente o disastri
naturali.

La ricerca ha rilevato che le informazioni fondamentali della maggior parte
delle piccole e medie imprese non sono protette. Meno della metà delle Pmi esegue il backup dei dati una volta alla settimana o con maggiore frequenza e
solo il 23% lo fa quotidianamente. Gli intervistati hanno inoltre affermato che
un attacco informatico potrebbe causare la perdita di informazioni. Infatti, il
44% delle aziende ha dichiarato che potrebbe perdere come minimo il 40% dei
propri dati in caso di attacco.

La metà delle Pmi che ha messo in atto un piano di difesa
contro le minacce alla sicurezza si è attivata solo dopo aver avuto esperienza
diretta di un’interruzione di servizio e/o della perdita dei dati. Il 52% ha
preparato i piani negli ultimi sei mesi. E solo il 28% ha realmente testato i
propri piani di disaster recovery.

Secondo le stime di Symantec, il costo medio di un downtime per le piccole e
medie imprese è di circa 10.000 euro al giorno. Le interruzioni di servizio
spingono i clienti ad andarsene e il 54% dei clienti delle Pmi che hanno
partecipato all’indagine ha dichiarato di aver cambiato
fornitore a causa di un servizio di computing inaffidabile, il 12% in più
rispetto ai risultati dello scorso anno.

Le interruzioni di servizio possono anche compromettere il business e il 44%
dei clienti delle Pmi intervistati ha dichiarato che i propri fornitori hanno dovuto temporaneamente chiudere a causa di un attacco.

I clienti di queste aziende hanno inoltre affermato di aver subito
ripercussioni considerevoli anche sulla propria attività. Le interruzioni di
servizio comportano per i clienti delle Pmi un costo medio di circa 7.700
dollari al giorno. Oltre ai costi finanziari diretti, il 29% dei clienti delle
piccole e medie imprese ha perso “alcuni” o “molti” dati rilevanti a causa di
un disastro che ha colpito il proprio fornitore.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome