Le piccole e medie imprese di fronte alla scadenza dell’euro

Linea Edp ha indagato sullo stato di avanzamento degli aggiornamenti tecnologici correlati al passaggio alla moneta unica, soffermandosi soprattutto sulle esigenze delle Pmi, che rappresentano il vero tessuto economico del nostro Paese. I punti chiave …

Linea Edp ha indagato sullo stato di avanzamento degli aggiornamenti tecnologici correlati al passaggio alla moneta unica, soffermandosi soprattutto sulle esigenze delle Pmi, che rappresentano il vero tessuto economico del nostro Paese.
I punti chiave affrontati si possono così riassumere:

1 – Alle banche il ruolo di “euro guide” passive


Quello del progetto euro è un problema di sincronizzazione. Ciò fa sì che la conversione delle imprese si cali in quella delle loro banche. Queste ultime spingono già oggi le aziende a emettere e accettare fatture in euro e a convertire la loro contabilità. Tuttavia, malgrado l’inquietudine che regna riguardo lo stato di avanzamento sui progetti euro delle Pmi, la maggior parte delle banche non prova a seguire le imprese tecnicamente.

2 – La Pa appoggia le Pmi


Le Pubbliche amministrazioni si sono impegnate a spingere le Pmi a lanciare al più presto i propri progetti euro. Le azioni di formazione devono interessare tutti i dipendenti, ma soprattutto quelli che si occupano dei servizi verso i clienti. Le imprese devono effettuare la loro dichiarazione fiscale e sociale in euro al primo gennaio 2002.

3 – La distribuzione a metà strada


Il settore del commercio tradizionale e della distribuzione, che sarà mobilitato sulla gestione e sull’arrivo delle nuova moneta dal prossimo 1 gennaio, ma anche sul ritiro della vecchia e sull’adeguamento dei terminali dei punti vendita, non imporrà rivalse anticipate verso i fornitori. Questi ultimi dovranno anch’essi essere pronti il 1° gennaio 2002. A condizione, tuttavia, di definire, fin da ora la loro politica tariffaria in euro.

4 – I contenziosi da prevedere dopo la conversione


Alcuni problemi opporranno le imprese ai clienti e ai fornitori a causa degli errori di conversione legati alla gestione degli arrotondamenti che avverranno dopo il 1° febbraio 2002. In certi casi potranno addirittura portare le parti di fronte a un tribunale. A questi problemi si aggiungeranno poi quelli della conversione, come, per esempio, nei confronti di certi editori di software che non hanno fornito una versione compatibile con l’euro.

5 – I siti di commercio elettronico: una transizione dolce


Anche alcuni siti di commercio elettronico propongono già i prezzi nella doppia valuta, in lire e in euro, al fine di consentire ai loro clienti di familiarizzare con la nuova moneta. La maggior parte di tali siti (in particolare quei siti che offrono una comparazione del prezzo) non effettueranno la conversione che il giorno 1 gennaio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome