Le nuove generazioni di Linux a confronto

Potenziato il cuore del sistema, rinnovata la veste grafica e arricchita la dotazione software. Ecco le ultime versioni delle principali distribuzioni

settembre 2003 A poco più di sei mesi di distanza dall’ultima
prova comparativa (PC Open febbraio 2003), torniamo a confrontare le tre più
diffuse distribuzioni di Linux, tutte rinnovate di recente con le versioni più
evolute del sistema operativo e delle applicazioni accessorie.

I protagonisti di questo scenario sono sempre Mandrake, Red
Hat
e SuSE, che con le nuove distribuzioni non fanno
altro che confermare i propri orientamenti di mercato e le impostazioni tipiche
di ciascun pacchetto software.

E che fine hanno fatto i vari similinux come Lindows e Xandros?
Sono sempre in commercio, anch’essi rinnovati e potenziati, offerti a
cifre comprese tra 39 e 99 dollari (si acquistano on line sui siti dei produttori).
Si tratta di soluzioni intermedie tra Linux e Windows, in quanto sfruttano la
tecnologia del primo ma si presentano con un’interfaccia più simile
al secondo. E per quanto promettano la compatibilità con le principali
applicazioni sviluppate per il sistema operativo di Microsoft, non sembra che
fino ad ora abbiano eroso significative quote di mercato né al mondo
Windows né a quello Linux.

Tante distribuzioni, un solo Linux
Gli utenti finali chi prendono come produttore di riferimento per il mondo Linux?
La risposta è nessuno. Infatti il sistema operativo di Linus Torvalds
esiste indipendentemente dal produttore che distribuisce il pacchetto commerciale.
Così la scelta di una o dell’altra “distribuzione”,
in fondo, dipende solo dal proprio gusto e dalla caratterizzazione che il produttore
ha voluto dare al pacchetto.
Il prezzo di vendita, inoltre, è determinato esclusivamente dal costo
dei supporti, dei manuali e dei servizi accessori, infatti il sistema operativo
e tutto il software sono sempre forniti con licenza opensource.

Nel tempo i maggiori produttori si sono ritagliati una propria “personalità”
su misura, che risponde alle esigenze di differenti categorie di utenti.
La francese Mandrake, per esempio, è storicamente più
apprezzata per la sua semplicità, che ha avvicinato Linux anche ai meno
esperti.
Red Hat, invece, si è conquistata la posizione numero
uno sul mercato puntando sull’industria e sugli Internet Provider con
servizi avanzati di networking e server applicativi.
Idealmente a metà strada si colloca la tedesca SuSE,
primo produttore europeo di Linux, che punta sull’utente professionale
e sull’azienda.

Mandrake, Red Hat e SuSE
Queste posizioni non sono affatto cambiate rispetto all’ultimo confronto
pubblicato sul numero dello scorso febbraio, anzi sono sempre più nette.
Mandrake, dopo avere attraversato momenti difficili per una crisi finanziaria
che solo adesso inizia ad avviarsi verso una possibile soluzione, cerca di rilanciarsi
sul mercato con la release 9.1 del proprio Linux, offerta con una varietà
di pacchetti mai visti prima. Adesso veramente chiunque può decidere
se e come comprare Linux, quanto spendere (da 39 a 160 euro) e come riceverlo
(su CD, DVD, con o senza manuali, con o senza supporto), sempre che non si opti
per il download gratuito normalmente disponibile sul sito del produttore.

Al contrario, Red Hat dissuade in un batter d’occhio dall’acquisto
qualunque utente privato, che si vede chiedere oltre 94 euro per la versione
9 Personal e addirittura 336 per quella Professional. Però offre in alternativa
una versione base della distribuzione, disponibile sia per il download sia come
allegato alla rivista Red Hat Magazine, ma è chiaro che il mercato di
riferimento è quello professionale.

Simile il target di SuSE, che col tipico pragmatismo tedesco spazza via ogni
possibile confusione offrendo una sola distribuzione, denominata SuSE Linux
8.2 Professional, al prezzo di 89 euro. La versione per il download, invece,
è disponibile solo per l’installazione diretta via Rete.

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