Le nicchie di Omat

Uscite dal downsizing degli ultimi anni, le mostre-mercato specializzate vanno oltre il rapporto grossista/acquirente e cercano nuovi introiti in modalità 2.0.

Oltre ai suoi contenuti, tra espositori, organizzatori, relatori e visitatori, Omat Roma 2008 ha mostrato, nel suo piccolo, alcune soluzioni alla crisi economica e che vanno nella direzione del “2.0”, anche se non del “web 2.0”.

Omat è una manifestazione ICT dedicata a tecnica e normativa dei sistemi documentali ed esiste dal 1990. Ha la classica struttura degli eventi specializzati articolate su più giorni che, in buona sostanza, è rimasta inalterata nel tempo, proponendo come elementi principali una mostra-mercato per espositori e sponsor ed occasioni d’incontro plenario o specializzato.

Negli anni ’90, quando il client-server e Internet per tutti stavano costruendo una prima, vera ossatura di sistema informativo per aziende e pubbliche amministrazioni, queste manifestazioni erano in numero assai maggiore d’oggi, ed erano più lunghe e più ricche.

I visitatori, che arricchiscono elenchi sempre più ampi, grazie all’online si registrano a molti più eventi di quelli che visiteranno, creando all’organizzatore di manifestazioni un problema d’immagine ed economico

. In sostanza, il mercato di massa non fa più per le fiere specializzate, che devono trovare margini in altro modo.

Oggi, dopo un periodo di downsizing, queste iniziative hanno trovato una collocazione non solo stabile, ma -se ben affrontata- anche in crescita, proprio grazie ad un più ampio uso delle loro risorse. Alcune strade innovative, infatti, sono state intraprese.

Negli ultimi anni il rapporto tra organizzatore ed espositore era uscito dalla meccanica di un rapporto grossista/acquirente per spazi congressuali e speech nei convegni, mettendo a disposizione vari servizi, promozionali ed organizzativi, che estendevano la durata del rapporto commerciale anche all’intero anno, anche grazie ai contenuti online statici, periodici e dinamici.
Sembra però esserci una scoperta più recente: l’attenzione dell’organizzatore s’è estesa anche al pubblico dei visitatori, ai quali non viene solo offerta la manifestazione, ma anche servizi al di fuori dell’evento in sé.
 
Il primo passo è l’offerta di contenuti online, tipicamente materiali scaricabili liberamente (documentazioni, e-book) difficili da reperire e non direttamente collegati all’attività svolta nelle manifestazioni. In questo passo il servizio è del tipo offerto già dagli editori, che hanno una certa facilità a mettere online materiali di buona qualità, anche corposi.

Ma un secondo elemento è l’erogazione di formazione specificamente pensata proprio per i visitatori.
Libri cartacei in omaggio o a pagamento, ma soprattutto corsi che poco hanno a che vedere con lo specifico della manifestazione ma che invece sono di grande interesse per la gran parte dei visitatori: come oliare o rinnovare i processi nell’epoca attuale.
 
Nel caso di Iter, organizzatore di Omat, ai corsi su “Comunicare la scienza” proposti a professionisti delle PR si erano già succeduti descrizioni sull’ottimizzazione del sito verso i motori di ricerca o l’e-mail marketing, per arrivare ai “Corporate blog”.
 
Ma l’elemento più recente è anche il più chiaro indicatore della nuova tendenza: “Come fare business su e-Bay”è un treno vincente soprattutto per il singolo, il libero professionista che vuole aggiornarsi ma anche la persona, dipendente o indipendente, che ha difficoltà di lavoro.

La risorsa sfruttata appieno è proprio la lista dei tantissimi che vorrebbero aggiornarsi e che si muovono solo per motivi estremamente specifici, anche pagando per corsi robusti. E-Bay è un meccanismo particolarmente premiante: social networking, due punto zero, movimentazione di merci e del conseguente denaro.

C’è pochissimo per i tradizionali interlocutori delle manifestazioni come Omat, ma molto della nuova ondata di servizi vincenti, che vengono proposti alle decine di migliaia di visitatori occasionali del sito e ai tanti che si registrano online a manifestazioni che poi, per vari motivi, non riescono a visitare. Il concetto espresso dal cosiddetto 2.0 è la creazione di nuovo valore attraverso le informazioni qualificanti che ciascuno di noi sparge quando va in giro, acquista, sceglie. Se l’espressione in sé è abusatissima, l’idea di dover lavorare sempre di più per determinare nuove nicchie ad alta redditività è straordinariamente nuova.

E nell’era della coda lunga il business è proprio nelle tante micronicchie, da individuare con un’accorta raccolta dati e con la relativa business intelligence.
Anche nelle manifestazioni ICT.

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