Molte realtà, soprattutto di respiro internazionale, stanno consolidando i propri data center, alcune dislocandoli anche nell’Est europeo. Dietro a questi processi c’è una forte spinta al risparmio e anche alla virtualizzazione, ma non è detto che ques …
Molte realtà, soprattutto di respiro internazionale, stanno consolidando i propri data center, alcune dislocandoli anche nell’Est europeo. Dietro a questi processi c’è una forte spinta al risparmio e anche alla virtualizzazione, ma non è detto che questo si traduca in un passo successivo verso il cloud interno o scelto sul mercato.
Ne parliamo con Sabino Prizio, responsabile Data Center Technologies & Operations di Accenture: «Le tecnologie si stanno evolvendo e maturando. Il tema del cloud viene abilitato dalla maturazione della virtualizzazione, che si estende, oltre che ai server, anche allo storage, alla rete e al desktop management. Poi si osserva anche un’estensione dei processi di virtualizzazione all’interno delle aziende in ambito applicativo. Dall’altro lato è importante pure il discorso delle tecniche di automazione del data center, che possono essere costruite al di sopra della virtualizzazione e che poi portano al concetto di cloud interno o esterno. La fase attuale vede molte società che stanno virtualizzando tutto quanto è possibile all’interno del data center e stanno pensando di automatizzare i processi».
Però, mentre la virtualizzazione riesce a entrare nella cultura di qualunque responsabile dell’infrastruttura, non si può dire la stessa cosa nei confronti del cloud, e questo influisce su alcune scelte societarie. «Per quanto riguarda le voci di risparmio – prosegue Prizio – sicuramente influiscono sulla manutenzione hardware, e questo è evidente quando ci sono macchine che iniziano a diventare obsolete, sui risparmi energetici, che sono molto evidenti sia sui server che sugli apparati associati e inoltre si ottiene un’ottimizzazione dello sforzo richiesto per effettuare le attività. Spesso la dismissione di alcuni data center è possibile solo grazie al fatto che si virtualizzano più ambienti in un numero inferiore di data center, pur aumentando la capacità complessiva di calcolo».