Le basi della codifica video

I formati e codec presenti sul PC: quanti sono e come si suddividono, con un occhio agli sviluppi dell’alta definizione

aprile 2005 Un viaggio tra formati e codec video, per capire meglio come funziona la visualizzazione video sul PC. Ma non solo, in quanto in questi ultimi anni molte tecnologie multimediali sono arrivate sul mercato.

Non solo PC sui quali cliccare o guardare film ma anche videofonini, la TV digitale terrestre e satellitare. Tutte queste tecnologie, per alcuni ormai quasi quotidiane, supportano un algoritmo che rende possibile il trasferimento delle immagini in forma digitale tra dispositivi diversi, questa trovata matematica si chiama “codifica”.

La codifica, trovare un accordo per comunicare
Dizionario alla mano codificare significa: tradurre, trascrivere mediante le regole e i simboli di un codice convenzionale. Praticamente mettersi d’accordo prima su come comunicare. Per due motivi principali: perché si vuole mascherare il contenuto per renderlo incomprensibile ad una terza parte, oppure perché si vuole modificare qualche caratteristica dei dati per renderli compatibili e gestibili da determinati sistemi hardware o software.

La modifica più utile applicata ai dati è quella che punta a ridurne l’ingombro al fine di poterli trasferire più agevolmente, velocemente e a minor costo attraverso sistemi di comunicazione, che spesso hanno dei limiti fisici ben precisi riguardo la quantità massima trasferibile di dati.

Pensiamo ad esempio ad una videoconferenza diffusa via Internet in cui un partecipante deve inviare la propria immagine in tempo reale a più persone. Bisogna inviare lo stesso flusso di dati contemporaneamente a più computer usando sempre la stessa linea che si ha a disposizione, facendo i conti con la banda passante che il modem e il provider ci fornisce.

È per questo che la codifica più diffusa non è stata quella di semplice “traduzione di dati” bensì quella di “compressione di dati”.

La codifica come strumento di compressione
Per comprimere si crea un linguaggio che rappresenti con poche informazioni un numero maggiore di informazioni. Per esempio: se per convenzione attribuiamo alla parola “supercalifragilistichespiralidoso” il valore “123” ci basterà trasmettere il valore “123” e tutti quelli che conoscono questa convenzione sapranno che quel valore composto da soli 3 caratteri corrisponde alla parola originariamente composta da 33 caratteri. Questo, però, implica che il destinatario del messaggio sappia già a che dato corrisponde quel valore.

Contrariamente, nella trasmissione di informazioni sconosciute al destinatario, come per esempio una trasmissione audio/video, ad essere importante è il dato trasmesso in sé perché le informazioni devono essere estratte da esso e non possono essere confrontate con un elenco.

Nel primo esempio dunque a permettere la ricomposizione dei dati originari è “la correlazione” tra un database di dati e valori, mentre invece in questo caso è “il metodo di codifica” che spiega come recuperare matematicamente i dati.

Questo “metodo” nel campo della compressione video digitale è un insieme di algoritmi matematici racchiusi in un file di programma comprensibile dal sistema operativo usato. Il file di programma si chiama CODEC (COdificatore-DECodificatore).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome