L’autonomic computing attira le attenzioni dei vendor It

Se Ibm prosegue su un terreno che ha fortemente contribuito a creare, facendo perno, in particolare su WebSphere, altre aziende si stanno affacciando, come Microsoft (con Mom) e Fujitsu Siemens (con i SysFrame).

 


Come Linea Edp aveva già ben evidenziato nell’inchiesta pubblicata sul numero 1/2, intorno alle tecnologie di autonomic computing inizia a concentrarsi l’interesse di molti costruttori, tanto da far pensare che possa essere questa la nuova frontiera di sviluppo dell’informatica per le aziende.


Sui programmi che consentono ai sistemi di automonitorarsi e intervenire autonomamente in caso di malfunzionamenti o modifiche delle impostazioni operative, Ibm ha da tempo iniziato a lavorare e può già presentare risultati concreti e implementati. Al recente Cebit, infatti, la società ha mostrato tre nuove tecnologie software progettate per permettere ai sistemi di rispondere automaticamente alla richiesta di risorse di calcolo. Denominate Adaptive Forecasting, Rapid Reconfiguration e Online Capacity Planning, le tecnologie sono state sviluppate assieme dalla Research Division e dal Software Group e saranno inizialmente adottate da Ibm Global Services, che le includerà nella propria offerta. Le tecnologie sono progettate per prevedere improvvisi aumenti di carico di lavoro e accrescere automaticamente la capacità di gestirli. La casa di Armonk ha affermato che tali tecnologie sono state costruite per essere integrate alla versione 5 del proprio software WebSphere Application Server e alla versione 8 del sistema di gestione del database Db2, per poi estendersi ad altre piattaforme e applicazioni.


WebSphere 5.0 aggiunge di suo capacità di self-healing per analizzare i pattern di transazione che mostrano potenziali guasti e possiede anche caratteristiche di autoconfigurazione per permettere all’application server di creare raccomandazioni sui livelli di performance per gruppi di utenti o specifiche applicazioni, ricercare automaticamente e mettersi in cluster con ogni altro server che funziona con WebSphere 5.0.

Autonomia estesa allo storage


Sempre al Cebit, anche Fujitsu Siemens ha esibito i primi frutti dei propri sviluppi nel settore dell’informatica "autonoma". I sistemi SysFrame sono in grado di automonitorarsi e ottimizzarsi in modo pressoché indipendente da ogni intervento umano. Il loro obiettivo principale, ovviamente, è ridurre sensibilmente i costi e le problematiche di gestione e assistenza, soprattutto nell’ambito di infrastrutture It molto complesse. L’idea alla base del sistema SysFrame parte dallo studio di come un organismo vivente automaticamente reagisce di fronte ai cambiamenti che lo riguardano e che riguardano l’ambiente circostante. Questo concetto, applicato all’informatica, comporta lo sviluppo di funzioni di self-management per piattaforme It. I prodotti Fujitsu Siemens Computers includono, oltre a configurazioni self-managing , anche sistemi self-managing. L’offerta riguarda, in particolare, la configurazione di server, sistemi storage, tool di connettività e middleware per particolari aree di applicazione, tutti sperimentati in laboratorio e progettati per ridurre i costi operativi di una infrastruttura.


Tra i primi esempi di prodotti allineati all’offerta SysFrame c’è l’auto-configurazione di grandi farm di server tipo blade. Insieme con il system integrator Visionapp, Fujitsu Siemens Computers propone una soluzione basata su Citrix Terminal Services per l’installazione parallela di estese farm composte da blade server. Grazie a questo concetto, assicurano i vertici della società, una server farm di duecento blade server Primergy Bx300 può essere attivata in meno di mezz’ora. Il discorso riguarda anche l’auto-attivazione di infrastrutture Sap con la tecnologia FlexFrame. Se si desidera accedere a un particolare servizio Sap, un’istanza di FlexFrame controlla se il servizio in questione è già stato attivato e se vi siano risorse sufficienti per gestire nuovi utenti. Anche i sistemi di storage possono essere autonomi grazie a CentricStor, una tecnologia di virtualizzazione che trasforma le librerie su nastro in entità articolate e indipendenti.


Buona ultima, anche Microsoft ha fiutato le potenzialità dell’autonomic computing a questa logica ha deciso di assuefare il proprio Operations Manager (Mom) 2004, integrandovi una nuova console, capacità di rapida implementazione e pacchetti di gestione dei vari server Windows. Inoltre, è approdato alla versione beta Automated Deployment Services (Ads) per Windows Server 2003, un tool basato su Xml sempre indirizzato a potenziare le problematiche di implementazione. I prodotti sono parte della Dynamic Systems Initiative (Dsi), intesa a portare "semplicità, automazione e flessibilità" alle operazioni It. Dsi si basa sul System Definition Model (Sdm), uno schema Xml che vuole catturare e semplificare il reporting e la strumentazione dei server. Sdm sarà esteso agli ambienti Windows server, al framework .Net e ai tool di sviluppo di Microsoft. Mom 2004, unitamente a Sms 2003, diventeranno parte della suite Systems Center e supporteranno Sdm.

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