Lanci: la multiculturalità come valore

Parla Gianfranco Lanci, Senior Vice President di Lenovo e Presidente di Lenovo Emea: l’impatto con una nuova realtà, il significato di globalità e il valore di un approccio multiculturale in azienda.

Alla sua prima uscita ufficiale davanti alla rete dei partner Lenovo, Gianfranco Lanci, dallo scorso autunno consulente e dal mese di aprile Senior Vice President di Lenovo e Presidente di Lenovo Emea, manifesta un certo senso di sorpresa: ”Quando la si guarda dall’esterno è interessante vedere come Lenovo sia stata capace di crescere da brand semi sconosciuto al di fuori della Cina a main contender a livello mondiale. Dall’interno, poi, ci sono aspetti di questa azienda che meritano di essere portati in piena luce”.
Lanci si dice convinto che la relazione che nel 2005 vide uniti i marchi Ibm e Lenovo possa essere considerata una delle pochissime acquisizioni di successo nel mercato dei pc. Ricorda i marchi Ast, Digital Equipment, Compaq, rimasti nella memoria, e porta all’inevitabile confronto con il marchio Think, che ancora rappresenta il punto di forza dell’azienda nel mercato commercial.
Poi prosegue: ”Vivendola dall’interno ci si rende conto che è davvero una azienda globale, dove per globale non si intende solo la copertura geografica, ma il modo in cui persone diverse con esperienze diverse e culture diverse lavorano insieme”.

Secondo Lanci, se si guarda al mondo dell’Information Technology nel suo insieme, se è vero che la maggior parte delle aziende ha una presenza globale, è altrettanto vero le che responsabilitò decisionali sono strettamente in capo alla casa madre e alla cultura del Paese d’origine: americana se statunitense l’azienda, coreana, taiwanese, finlandese e via discorrendo.
”In Lenovo ho trovato ciò che ho provato a costruire in passato ma non mi è riuscito: un executive commitee misto, del quale fanno parte europei, asiatici, americani”.
Questa globalità dà all’azienda la capacità di interpretare i segnali che vengono da regioni, Paesi e culture differenti e ”considerando come si svilupperà il mercato nei prossimi cinque o dieci anni rappresenta un forte vantaggio competitivo”.
E non è certo un caso che Lenovo indirizzi prodotti diversi in modo diverso ai mercati americano, giapponese e cinese.

”In passato ogni player tendeva a partire dal mercato domestico per poi espandersi”, prosegue il manager, sostenendo che questo approccio era corretto anni fa, quando i mercati dominanti erano forse due: Usa e Giappone.
Già oggi l’approccio deve essere diverso e ancora di più lo sarà in futuro.
”Paesi grandi come l’India, giusto per fare un esempio, continueranno ad avere necessità specifiche e un gruppo di management multiculturale sarà un grosso vantaggio”.

Appare evidente, nelle parole di Lanci, la convinzione che il mercato si trovi a punto di svolta molto importante.
E non solo da un punto di vista economico.
”Se pensiamo all’industria dei pc, è vero che si è sviluppata in un framework ben definito, sull’asse Intel e Microsoft, ma è vero anche che oggi questo equilibrio sta cambiando radicalmete”.
Cambia il numero dei fornitori di tecnologia, decisamente superiori rispetto al passato, e dunque si apre la strada della diversificazione, ”unica leva per uni’innovazione reale”.
E cambia anche il concetto di dispositivo.
”L’intelligenza sarà sempre più distribuita su un numero assai superiore di device. E non tutti i produttori si stanno preparando in modo adeguato a questa proliferazione”.

Lenovo, così come Lanci racconta, lo sta facendo: multiculturale e multidevice.
Con aspettative importanti rispetto a Windows 8.
”Sarà molto più che l’evoluzione di un sistema operativo. Lo vedo ben posizionato in un nuovo contesto che guarda al pc non solo come a un tool di produttività ma come a uno strumento personale, che ha bisogno di batterie a lunga durata, che ha bisogno di dinamicità, spostando contenuti e servizi su dispositivi diversi, di formato diverso”.
In ogni caso, per poter operare sul mercato pc servono sempre più massa critica ed economie di scala. Per questo secondo Lanci la fase di consolidamento tra i player è tutt’altro che conclusa.
Consolidamento, però, che riguarda non solo gli omologhi, ma anche le aziende contigue.
”Del resto – sostiene – è difficile essere un player nei pc senza esserlo anche negli smartphone”.
Per Lenovo è chiaro che quella degli smartphone è una partita da giocare.
Come, però, non è dato di saperlo.
A precisa domanda Laci risponde: ”Acquisizioni? Può darsi. Non siamo chiusi a nulla”.

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