La virtualizzazione è nulla senza controllo

Riduzione dei costi energetici e di acquisto nonché dei tempi di messa in opera e di gestione, ma anche migliore allineamento al business, flessibilità ed efficienza. Questo è il profilo della virtualizzazione per le aziende, che la scelgono in primis …

Riduzione dei costi energetici e di acquisto nonché dei tempi di messa in opera e di gestione, ma anche migliore allineamento al business, flessibilità ed efficienza. Questo è il profilo della virtualizzazione per le aziende, che la scelgono in primis per il risparmio ma anche per consolidare il sistema informativo, privilegiando i server, ma proseguendo poi con client e applicazioni.

La possibilità di far crescere la produttività fa assumere alla virtualizzazione un ruolo prioritario tra gli investimenti infrastrutturali, sia nelle grandi imprese che nelle Pmi. Tre categorie che, a testimonianza di iniziative in corso, Microsoft ha riunito in una recente tavola rotonda, dando voce a Edipower (utility da 1.200 dipendenti e ricavi 2007 superiori al miliardo di euro), Goglio (attiva nel settore dell’imballaggio flessibile, 8 sedi produttive e un fatturato che sfiora i 300 milioni di euro) e Castello Monte Vibiano Vecchio (tenuta umbra che produce e commercializza olio e vino, con 50 dipendenti e un giro d’affari di 10 milioni di euro).

Proprio quest’ultima sta affrontando un progetto di green computing che entro il 2010 la dovrebbe portare ad annullare le emissioni di anidride carbonica. «La strategia verso l’ecosostenibilità ha coinvolto anche il consumo energetico dei quattro server presenti in azienda, ora ridotti a due – ha spiegato Alessandro Giannoni, che della società è responsabile It -. Le caratteristiche della nostra infrastruttura, tutta a marchio Microsoft, ci hanno spinto ad adottare le soluzioni di virtualizzazione del vendor e, per il futuro, stiamo valutando di coinvolgere anche i client e di implementare un host virtuale utilizzando uno dei vecchi server». Un progetto che ha permesso a Monte Vibiano di ridurre il consumo energetico da 1.925 a 1.205 W/h, migliorare disaster recovery e backup, accrescere l’availability ma, soprattutto, «dovrebbe consentirci di risparmiare circa 1.000 euro all’anno di elettricità, oltre a una cifra non ancora quantificata inerente ai costi di raffreddamento delle macchine», ha proseguito il manager.

Anche la varesina Goglio, con una server farm caratterizzata da 40 macchine di cui 15 dedicate a Sap, nell’estate del 2008 ha iniziato a sperimentare la virtualizzazione, spinta da motivazioni di stampo economico e organizzativo. «Abbiamo testato diversi prodotti – ha ricordato Paolo Carabelli, It business application manager – che dal punto di vista tecnologico ci sono sembrati equivalenti. La scelta è ricaduta su Microsoft per vari aspetti, dall’esperienza sulle tecnologie da parte del team It, composto da quattro persone per l’area infrastrutturale e sei per quella gestionale, data warehouse e sistema Mes di fabbrica, al discorso costo, più conveniente rispetto ai competitor, al fatto che ormai molti vendor, Sap tra questi, stanno certificando le proprie applicazioni anche per la virtualizzazione in ambiente Windows».

A inizio anno e in poche ore, dunque, Goglio ha ricostruito sotto Hyper-V (sofware dedicato della casa di Redmond) la propria sala server riducendo a 9 le 25 macchine non orientate a Sap, con un netto impatto sul budget. «Il percorso non è ancora concluso e stiamo valutando di ampliarlo coinvolgendo anche i 500 client
– ha continuato Carabelli -. Per ora, oltre ad aver guadagnato in termini di velocità e flessibilità, abbiamo evitato di spendere circa 100.000 euro di hardware, che possiamo dedicare ad altri progetti, e, tramite il capacity planner di Microsoft, inserito nella suite, stimiamo un risparmio energetico di circa 15.000 dollari. Una misurazione oggettiva potrà essere fatta solo tra qualche tempo, ma sicuramente l’assorbimento di fase sul quadro elettrico della sala Ced si è ridotto». Nei prossimi mesi, Goglio ha anche intenzione di realizzare un progetto di disaster recovery «e la virtualizzazione ci faciliterà il compito – ha commentato il manager – oltre a permettere un maggior controllo del parco macchine, un migliore sfruttamento delle capacità dei server e una minore confusione nei cablaggi. Ma ciò che più conta è che management e utenti non si accorgano dei cambiamenti infrastrutturali».

Un management conscio dei vantaggi competitivi garantiti dall’It è anche quello di Edipower, utility particolarmente attenta ai processi produttivi e alla sostenibilità ambientale nonché ai costi operativi. «L’esigenza di poter disporre delle applicazioni 24 ore al giorno e la forte crescita del business verificatasi negli ultimi anni ci hanno spinto a riorganizzare e consolidare i server, puntando a creare un’infrastruttura It omogenea, performante e facile da gestire e mantenere – ha indicato Gianluca Fusco, direttore sistemi informativi di Edipower, a capo di un team di 15 persone». È iniziato, quindi, un processo di normalizzazione per i due Ced della società, al fine di rendere rapida ogni eventuale introduzione di nuovi applicativi, facendo in modo che l’hardware non si trasformasse in un fattore limitante. Nel 2007, Edipower ha deciso di percorrere la strada della virtualizzazione e, dopo aver confrontato vari fornitori, al fine di creare un ambiente noto ai propri sistemisti, ha optato per rivolgersi a Microsoft (tramite il partner Microsys, lo stesso utilizzato da Goglio), con la quale ha condiviso i diversi step del progetto, a partire dalla fase pilota, con 20 server.

La creazione di nodi logici si è affiancata alla riduzione del numero delle macchine fisiche, nonché a una netta contrazione (50%) dei tempi di predisposizione di un nuovo server. Eventuali malfunzionamenti, poi, sono immediatamente evidenziati, in modo da poter riattivare in tempi rapidi il servizio su un host differente.

«Il controllo che le soluzioni adottate ci consentono è molto importante, così come la possibilità di mappare tutti i processi – ha concluso Fusco -. La virtualizzazione, che stiamo portando avanti anche sul lato client, non va considerata come una mera tecnologia ma un modo per migliorare il lavoro, permettendo al business di aprirsi ulteriormente al mercato grazie a supporti applicativi di alto livello».

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