La Tv 3D cerca uno standard condiviso

Il crescente interesse del pubblico spinge costruttori e associazioni a studiare soluzioni tecnologiche comuni

Il gradimento che il pubblico ha dimostrato verso le prime dimostrazioni di Tv 3D è stato, a detta di molti, superiore a quello riscontrato per il passaggio dalla Tv con definizione SD a quella con definizione HD. Per successo e popolarità il passaggio alla Tv 3D sarebbe paragonabile alla transizione dalla TV in b/n a quella a colori. Se si arriverà, come sembra, a definire uno standard comune nel corso del 2010, la diffusione della Tv 3D presso il pubblico potrebbe essere così vasta che fra soli 5 anni ricorderemmo la fase attuale della Tv come “quella in cui vi era la Tv in Alta Definizione solo a due dimensioni”, senza la profondità e l’effetto coinvolgente delle immagini tridimensionali.

Consumatori Usa pronti
Un’indagine di mercato presentata all’Ibc 2009 ha rilevato che dei 49 milioni di spettatori che in Usa hanno già visto film 3D al cinema, il 40% preferisce la visione 3D rispetto a quella 2D e sarebbe interessato a vedere la Tv 3D a casa propria, senza avere particolari preclusioni sull’impiego di occhiali speciali. Secondo tale ricerca i televisori 3D Ready nel 2014 raggiungerebbero il 45% delle famiglie in Usa e il 24% delle famiglie in Europa. Nel cinema 3D molti spettatori hanno già avuto modo di vedere cartoni animati colossal con primi piani creati ad hoc per gli effetti 3D, con oggetti volanti che ci sfiorano, persone e animali che ci travolgono. In tutte le varie mostre internazionali sul broadcasting succedutesi nel 2009, come Ces di Las Vegas, Ifa di Berlino, Ibc di Amsterdam fino al più recente Ceatec di Tokyo, è stato anche possibile osservare in 3D riprese di eventi sportivi e di concerti. Inutile dire che tali dimostrazioni sono state la maggiore attrazione delle varie fiere. Infatti, nelle riprese di Calcio risulta piuttosto realistico vedere in primo piano i contrasti fra i giocatori e il pallone che entra in rete verso di noi. Nella Formula Uno le vetture sembrano uscire dallo schermo. Nell’atletica le situazioni per apprezzare le riprese 3D sono ancora più numerose, come salto e corsa. Nei concerti vedere Bono che canta sul palco e si avvicina rivolgendoci lo sguardo fa un certa impressione, sembra proprio di essere in prima fila al concerto degli U2.

Generazioni a confronto
 Vi sono tre distinte generazioni per i sistemi in grado di offrire immagini tridimensionali. La prima generazione è legata all’impiego di appositi occhiali stereoscopici, passivi o attivi, che inviano allo spettatore riprese separate per l’occhio sinistro e destro che vengono combinate dal cervello creando l’effetto stereoscopico. La versione con occhiali passivi a lenti polarizzate è utilizzata nel cinema 3D, mentre per la televisione è stato sviluppato sia nella versione con occhiali a lenti polarizzate che nella versione con occhiali attivi tipo shutter glasses. Sono stati invece abbandonati gli occhiali a lenti con colori complementari poiché le immagini 3D risultanti presentano una gamma di colori molto modesta. 

La seconda generazione
La seconda generazione fa uso di display autostereoscopici, che non richiedono l’impiego di occhiali. Nonostante numerosi sviluppi in corso, i display autostereoscopici hanno ancora scarse prestazioni, insoddisfacente risoluzione dell’immagine, un limitato angolo di visione, il tutto completato da costi del display inaccessibili per il normale consumatore. Lo scarso mercato finora perseguito è soprattutto quello degli show room, per richiamare l’attenzione del pubblico con immagini 3D.

La terza generazione
La terza generazione impiega immagini olografiche, richiede tecniche di ripresa e di presentazione piuttosto complesse, nonché di capacità trasmissive notevolmente elevate. Potrebbe vedere sviluppi significativi solo fra qualche decennio. Obbligo delle lenti I sistemi di Tv 3D prossimi ad entrare sul mercato appartengono alla prima delle tre generazioni possibili per la tecnica di visione tridimensionale, che prevede l’impiego di occhiali. Le due riprese, effettuate con due telecamere corrispondenti all’occhio sinistro e destro, sono codificate, trasmesse e decodificate per poi essere presentate su display adatti per la visione con occhiali polarizzati oppure con occhiali tipo shutter glasses.

I costruttori portano avanti lo sviluppo di entrambi i sistemi con occhiali a lenti polarizzate e con occhiali attivi, perseguendo tre obiettivi fondamentali:
– mantenere una definizione almeno uguale a quella dell’HDTV, – utilizzare codifiche che consentono di riutilizzare per la trasmissione lo stesso canale e la stessa infrastruttura della HDTV,
– ridurre al minimo l’affaticamento della vista dovuto all’uso degli occhiali, con opportune tecniche di ripresa e di riproduzione sul display,
– ridurre al minimo il costo di un nuovo display 3D ready.

La ricerca di uno stanadard condiviso
I maggiori broadcaster, avendo percepito il grosso appeal sul pubblico generato dal cinema 3D, scalpitano per iniziare la diffusione di programmi 3D che vorrebbero iniziare già nel 2010, come annunciato da BSkyB e da Bbc approfittando dei grossi appuntamenti sportivi previsti, fra cui il Mondiale in Sudafrica. Tutto ciò ha preso un po’ in contropiede gli enti normatori che non hanno ancora stabilito uno standard per la TV 3D e che ora dovranno affrettarsi a concordare regole e specifiche che assicurino la compatibilità fra i prodotti di diversi costruttori. Le principali iniziative per la definizione di uno standard comune per i contenuti 3D sono a cura di enti come la Blu-ray Disc Association (Bda), la Society of Motion Picture and Television Engineers (Smpte) e Dvb (Digital Video Broadcasting), e i costruttori Sony e Panasonic. Anche se i due costruttori menzionati promuovono sistemi 3D con occhiali attivi, lo standard di codifica e trasmissione dei segnali di Tv 3D persegue l’obiettivo di compatibilità fra sistemi che utilizzano occhiali attivi e sistemi con occhiali passivi.

L’iniziativa della Bda
Bda sta sviluppando il suo progetto per incorporare il 3D nel formato Blu-ray Disc. «Il Blu-ray Disc ha già spianato la strada all’home entertainment di nuova generazione e ad Alta Definizione, allo stesso modo fisserà gli standard per la visione in casa di filmati in 3D – ha affermato Victor Matsuda, committee chair della Bda – La Bda intende sfruttare appieno le potenzialità del formato e la sua capacità dati per dar vita ad un’esperienza 3D di altissima qualità». La Bda sta esaminando i criteri e le specifiche tecniche che garantiranno una risoluzione di 1080p e retro-compatibilità per dischi e lettori. Questo significa che i supporti 3D conterranno anche una versione 2D del film che potrà essere vista sui tradizionali lettori 2D, mentre i nuovi lettori 3D permetteranno ai consumatori di usufruire delle proprie attuali librerie di contenuti 2D. Sony, uno dei maggiori promotori del Blu-ray, opera in contatto con Bda per includere il supporto ai contenuti 3D nei televisori Bravia 3D, nei PC Vaio, nella PlayStation 3 e nei player Blu-ray, la cui uscita è stata annunciata nel 2010.

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