La spesa It: dai "tagli" alla stagione dello sviluppo

La misurabilità dell’It, sia essa intesa come Roi (Return of investment), sia identificata come stato patrimoniale dell’Ict, è da sempre una chimera per i Ceo e una bella gatta da pelare per i Cio. Se non si arriverà a determinare in modo chiaro una me …

La misurabilità dell’It, sia essa intesa come Roi (Return of investment),
sia identificata come stato patrimoniale dell’Ict, è da sempre una chimera
per i Ceo e una bella gatta da pelare per i Cio. Se non si arriverà a
determinare in modo chiaro una metrica comune relativamente alla misurabilità
del valore dell’It, non verranno meno le resistenze che ostacolano la ripresa
degli investimenti informatici da parte delle imprese. Ed è per questa
ragione che è di fatto in atto una sorta di “accanimento terapeutico”
da parte di consulenti e analisti ossessionati dall’obiettivo di creare una
formula omnicomprensiva e risolutiva. Ossessione che, come emerge dall’It Spending
executive forum, organizzato a Milano da Business International, non sembra
vicina a una soluzione.
Le aziende hanno bisogno di chiarezza e attorno all’It spending continuano a
esserci ombre e nebbie. La testimonianza di Severino Meregalli,
docente senior dell’area sistemi informativi dello Sda Bocconi è significativa:
«L’It sfugge per sua natura alle metriche, di volta in volta sono
state codificate per fissarne il valore. è sufficiente che una società
(come, per esempio, lo Sda Bocconi) decida di affidare a una società
di pulizie la gestione dei toner delle stampanti, che una voce esce da un budget
per entrare in un altro che non ha nulla a che vedere con l’informatica. Anche
per questo i due indicatori più gettonati per comprendere il valore dell’It,
la percentuale di spesa sul fatturato e il Roi, rappresentano due segnali "deboli"»
.
In una sala popolata da It manager abituati a confrontare il loro budget alle
dimensioni di fatturato dell’azienda, è un’affermazione che merita una
spiegazione.
E Meregalli non si sottrae: «La percentuale della spesa It sul fatturato
fornisce solo un segnale di "sopportabilità" dell’investimento
in tecnologia di un’azienda. Non offre alcun segnale sulla capacità di innovazione
esprimibile dall’azienda. Il Roi
– prosegue – ha il suo limite nella
misurazione dell’It "tangibile" ovvero dei puri costi. In realtà,
il ritorno dell’Information technology dovrebbe essere basato non sul costo,
ma sul valore patrimoniale dell’It, ovvero su una valutazione anche funzionale
degli investimenti effettuati»
.
Meregalli presenta a proposito il caso di una banca sulla quale è stato
effettuato uno studio di completa ricompilazione del patrimonio It non più
basato sui costi sostenuti, ma sulla valorizzazione delle singole funzionalità.

Ne è emerso un quadro caratterizzato dalla svalutazione di alcuni asset
(per esempio i servizi Tlc) e dalla rivalutazione di altri, come gli applicativi
acquistati da tempo, ma tuttora attivi e funzionanti, che contribuiscono a produrre
valore.
«Nel complesso – conclude Meregalli – il patrimonio It della
banca è stato rivalutato del 214,7 per cento»
. «Ma
ovviamente
– si affretta a precisare – in altri casi potrebbe trattarsi
di una svalutazione»
.
Per Norberto Patrignani, ricercatore del Cetif dell’Università
Cattolica di Milano, non si deve prescindere dal fatto che l’It è ormai
un’industria matura e che «il 70% dei budget It viene assorbito da
spese che hanno poco a che vedere con l’innovazione»
. E in concreto:
«Se si vuole ridare all’It un ruolo di motore dell’innovazione, occorre
spingerla a un livello superiore e il livello superiore oggi si chiama Web services»
.

Per Patrignani è necessario sganciare il ruolo dell’It manager da quello
del semplice gestore di una logica di costi per proiettarla in quella del visionario
al quale è concessa la facoltà di ridisegnare i processi con mezzi
compatibili con le ristrettezze dei budget.
Anche perché la conclusione logica del convegno arriva da Marco
Montoschi
di Nrg Italia, il quale sottolinea che il vero problema per
gli It manager non è la riduzione dei costi, quanto la riduzione continuativa
dei costi. Ovvero, come osserva Meregalli, si tratta di un problema di It governance,
di mezzi, metodiche e codici di comportamento capaci di ridurre i costi di esercizio
mantenendo il patrimonio funzionale allineato alle necessità operative
dell’impresa.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome