La spesa It cresce del 2%

Le anticipazioni di Netconsulting per il mercato italiano 2007. Nel 2006 l’Information technology era cresciuta dell’1,6%. Medie aziende in ascesa. Discrete le previsioni per il 2008.

Da Assinform arrivano alcune anticipazioni “di primavera” del Rapporto Assinform sull’andamento del mercato italiano dell’It nel 2007. Dati rilasciati in concomitanza della presentazione a Roma del dossier “Il Made in Italy e le tecnologie informatiche”, sui casi di eccellenza dei settori alimentare, del legno e arredamento, meccanico e della moda, condotta da Assinform e School of Management del Politecnico di Milano.

Secondo il presidente di Assinform, Ennio Lucarelli, anche se l’Italia occupa l’ultimo posto in Europa per crescita della domanda It «la situazione non è poi così tragica. Non dimentichiamoci che la domanda di It da parte dei consumatori italiani è cresciuta del 26% l’anno negli ultimi anni. È quindi difficile trovare dei dati che inquadrino bene la situazione del nostro Paese».

Secondo i primi dati rilasciati da NetConsulting, nel 2007 le aziende italiane hanno continuato a investire in tecnologia, specialmente le medio-piccole. La spesa in It è infatti cresciuta del 2%, contro l’1,6% del 2006. La domanda da parte delle medie aziende è cresciuta dell’1,9%, quella delle grandi dell’1,7% e anche le piccole hanno iniziato a svegliarsi: hanno fatto registrare una crescita della spesa It dello 0,6%.

Dati che, se proiettati, al 2008, evidenziano ancora più dinamismo da parte delle piccole, che, nel nuovo anno dovrebbero far registrare un ulteriore incremento della domanda di tecnologia. Mentre le medie e le grandi aziende italiane infatti dovrebbero incrementare la spesa di It rispettivamente dell’1,8% e dell’1,4%, le piccole dovrebbero arrivare a un +0,9%.

Per il 2008 NetConsulting parla di tassi di crescita dell’It dell’1,8%, oltre il doppio rispetto al tasso di crescita del Pil, stimato tra lo 0,5% e lo 0,8%. Sarà il software a trainare il trend positivo, specialmente grazie al boom del business del middleware.

«Le aziende italiane non si devono fermare però, devono continuare a investire in It e soprattutto giocare le carte dell’e-commerce e dell’integrazione di filiera – continua Lucarelli -. Le aziende italiane usano ancora poco questo canale, a tutto svantaggio delle esportazioni».

Il valore del commercio elettronico B2C italiano è ancora troppo rivolto verso il mercato interno: dei 5,3 miliardi di euro di fatturato prodotto nel 2007, solo 900 milioni di euro sono stati generati dal commercio con l’estero. L’e-commerce invece, che nel 2007 dovrebbe aver raggiunto una dimensione mondiale pari a 300 miliardi di euro, dovrebbe essere sfruttato dalle aziende italiane proprio per raggiungere i mercati più inaccessibili, di nicchia, ma al tempo stesso più ricchi.

Il dossier presentato a Roma è diviso in quattro sezioni: l’e-commerce B2C per supportare il made in Italy; le applicazioni B2B per realizzare l’integrazione e la collaborazione di filiera; le applicazioni Mobile e wireless business; l’Enterprise 2.0. Per ogni sezione sono riportati casi di eccellenze italiane che hanno saputo rischiare, sfruttare la tecnologia e l’innovazione per fare business. Il rapporto sottolinea come gli investimenti in It non solo stimolino la crescita dell’azienda e del sistema Paese ma generino un comportamento di filiera virtuoso, che coinvolge tutta la supply chain e migliora l’e-procurement, partendo dalla ricerca dei fornitori per arrivare alla gestione del sourcing.

Lucarelli ha sottolineato come l’Enterprise 2.0 sia un’azienda sempre più vicina alle richieste del cliente, che sa sfruttare l’interattività (social networking, conoscenza in rete, collaborazione, configurazione adattativa, global mobility) per crescere in modo strutturato nel medio-lungo periodo.

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