La sinergia tra sport e It

Sportswear / Champion Europe ha centralizzato le risorse informative a livello europeo

Il marchio sportivo Champion, da qualche anno ha intrecciato a doppio nodo la sua storia con il nostro paese, in particolare dall’acquisizione di Sara Lee Corporation, presente in 125 paesi. Anche la sede di Champion Europe è in Italia e da qui opera in 36 paesi, con oltre 400 dipendenti.


Visto il livello di organizzazione del business ripartito per aree geografiche, con problematiche complesse di gestione, l’It ha assunto per Champion un ruolo importante. «Le nostre esigenze, dal punto di vista tecnologico, sono essenzialmente due – spiega Enrico Vernetti, Chief Financial Officer del gruppo Champion Europe -: contribuire ai processi aziendali e disporre, in tempi rapidi, di un’infrastruttura operativa, nel caso di espansione del gruppo».


La situazione iniziale del sistema informativo della nuova holding si dimostrò di difficile gestione poiché comprendeva 12 società che utilizzavano sette sistemi informativi differenti. «Questo fatto creava, ovviamente, dei problemi – continua Vernetti – impedendoci di disporre di un formato uniforme dei dati consolidati, rallentando l’analisi e il confronto. Inoltre, i manager non riuscivano ad avere immediata accessibilità alle informazioni richieste, al momento del bisogno e nel formato desiderato, e ciò ostacolava l’attività di controllo».


Per uniformare i sistemi informativi, era stato quindi previsto il consolidamento delle operazioni di tutti i paesi presso il centro informatico del Gruppo nella sede di Carpi (Mo) e, nei primi mesi del 2002, è stata scelta una nuova piattaforma hardware e software, abbandonando l’ambiente As/400 e Windows per indirizzarsi verso Unix. A livello software, invece, la scelta è ricaduta su Stealth 3000 (soluzione realizzata da Csc per le aziende di abbigliamento) e sulla piattaforma Oracle per il database, la gestione finanziaria e l’application server. La soluzione permette di gestire i processi relativi alla supply & production chain e al sales & distribution.


Il lato hardware


Per la parte hardware, Champion aveva deciso di portare l’intero carico elaborativo su due server in cluster failover. «A circa metà del progetto di migrazione dei sistemi informativi – precisa Stefano Neri, technical infrastructure manager di Champion Europe -, col passaggio in produzione, abbiamo, però, riscontrato che la capacità elaborativa del server non era ulteriormente espandibile». La società ha, quindi, iniziato a valutare l’acquisto di un nuovo server, prendendo in considerazione alcuni fornitori. La decisione finale è ricaduta su Sun Microsystems.


«La gestione software su un cluster è più onerosa e complessa rispetto a una su singola macchina, che ci garantisce la medesima affidabilità – prosegue il manager -. Trovandoci a dover scegliere tra due proposte, abbiamo optato per la soluzione che a parità di sicurezza ci facilitava anche la gestione del software. In questa fase di cernita, poi, abbiamo appurato che i fornitori dividono le loro offerte su tre fasce di prodotti entry, medium e high e, in generale, non si riesce a portare un prodotto da un livello a un altro, nonostante significativi aggiornamenti. Questo si traduce nel dover accantonare gli investimenti fatti. Anche Sun ha una proposta iniziale a livelli, ma tramite upgrade è possibile far crescere l’hardware superando tale limite».


Un vantaggio riscontrato da Champion nell’uso di un solo server a domini, al posto di un cluster di failover, è stata anche la possibilità di rilocare dinamicamente le risorse tra un dominio e l’altro, «non solo nel caso di problemi hardware – continua Neri -, ma anche per velocizzare i tempi di elaborazione a fronte di particolari picchi di lavoro».


La soluzione in campo


Di fatto, Champion dispone di un cluster interno che permette di gestire problematiche hardware e isolarle senza che questo comporti un fermo macchina. «Una funzione che ci ha stimolato e di cui abbiamo testato direttamente l’efficacia – dice Neri -, è la capacità di “dynamic reconfiguration”, che in alcuni momenti di picco dovuti a blocchi del database o a procedure pesanti ha permesso di assegnare in modo dinamico e veloce alla produzione i processori della macchina dedicati allo sviluppo».


Sun ha supportato Champion anche nella migrazione culturale dal sistema operativo Unix precedente a Solaris, attraverso corsi e formazione. «La scelta non si è basata sulla convenienza economica – aggiunge Vernetti – e, a oggi, le nostre aspettative rispetto all’assistenza e al supporto sono state mantenute. Ci siamo sentiti un cliente importante, piuttosto che uno generico o anonimo». Il processo che non è ancora stato completato, dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2007 e coinvolgere 14 country. «I benefici ottenuti nei paesi aggiornati si possono, però, toccare con mano – conclude Neri -, visto che il nuovo sistema informativo ora permette di disporre di dati affidabili e indicatori di business sincronizzati e interscambiabili».

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