La Sicilia dice no alla Consip

Approvato un emandamento alla finanziaria che dà la possibilità agli operatori locali di vendere, sotto i centomila euro, direttamente agli enti senza passare dalla gestione delle commesse centralizzate

24 giugno 2003Quale regione a statuto speciale la Sicilia ha studiato, proposto e ottenuto un emendamento alla finanziaria che permette ai propri rivenditori di informatica di vendere direttamente agli enti pubblici locali sotto la soglia dei centomila euro, senza così dover passare da Consip. “Per noi la Pubblica amministrazione locale è la più grossa industria sul quale operare – osserva Luigi Genuardi, imprenditore sicilano nonché vicepresidente di Comufficio –. Le regole Consip possono funzionare a livello di Pubblica amministrazione centrale, ma sul territorio creano grossi problemi di sopravvivenza”.
L’emandamento è già attivo, anche se Genuardi fa notare come ci siano ancora problemi di interpretazione. “Sta di fatto che in questo momento – commenta il manager – è tutto molto fermo: gli enti pubblici non acquistano per paura di incorrere in quelle responsabilità penali sancite dalla direttiva Consip, mentre i rivenditori spesso non riescono ancora bene a interpretare i vari articoli della finanziaria”.
E le altre regioni a statuto speciale che cosa hanno deciso di fare? Secondo Genuardi anche il Friuli sta prendendo posizione, così come la Sardegna, mentre non pare che la Valle D’Aosta sia interessata all’argomento. “D’altra parte – conferma – ogni regione ha una propria penetrazione nel business della Pa. Qui in Sicilia è fondamentale”. Attiva sull’argomento anche la Puglia. In “stato di allarme” sono anche i rivenditori di Roma che da sempre hanno lavorato con i vari ministeri e che sono ora completamente bloccati.

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