La ritenzione dei talenti passa anche per i social network

Dal Barometro HR di CSC emerge una fotografia nitida della gestione delle risorse umane in Europa. I manager HR sono preoccupati di acquisire e ritenere i talenti e pensano che un aiuto concreto al loro lavoro possa arrivare anche dai social network.

Nonostante la crisi le priorità dei direttori HR non mutano e il loro maggiore impegno è attrarre, coltivare e trattenere i talenti. Motivazione e impegno dei dipendenti sono caratteristiche che vanno mantenute, accresciute, recuperate se trascurate, anche con i social network e le strutture organizzative fondate più sulla collaborazione, la fiducia e la libertà di manovra invece che sulla tradizionale catena di comando gerarchica.

Emerge dall’annuale Barometro HR di CSC, che per il nono anno ha intervistato, con l’istituto di ricerca indipendente TNS Sofres, 80 direttori o manager HR di grandi aziende europee sui profili professionali, le priorità, le performance e le prospettive dei loro dipartimenti.
L’indagine è stata effettuata nel luglio 2011 con manager di organizzazioni pubbliche e private con almeno 1.000 dipendenti in Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e Regno Unito.

Per il 76% degli intervistati la maggiore priorità rimane l’acquisizione e il mantenimento dei talenti, la cui carenza rappresenta un fenomeno in crescita a causa del contesto globalizzato e delle strozzature nel mercato del lavoro.

Social strumento
Quindi il 78% dei direttori HR sostiene che il proprio obiettivo principale sia migliorare l’efficacia della gestione dei dipendenti.
Pensano di raggiungere l’obiettivo anche grazie all’utilizzo di social network, che possono facilitare il recruitment di profili talvolta non ancora individuati e, al tempo stesso, accrescere l’impegno dei dipendenti (indicato come prioritario dal 67% degli intervistati).

I social network, poi, possono contribuire allo scambio di informazioni, alla creazione di comunità tematiche e di team interni più efficienti, elementi necessari per passare da organizzazioni di tipo gerarchico, demodè presso le nuove generazioni, a sistemi basati sulla collaborazione.

Aziende in riorganizzazione
La crisi, peraltro, obbliga le imprese a costanti riorganizzazioni. Se l’attrazione di nuovi talenti è importante, a indicarla quest’anno è il 76% dei manager contro l’88% del precedente rapporto, mentre l’81% colloca il sostegno alle trasformazioni organizzative in cima alla propria lista di obiettivi.
Poi, il 58% degli intervistati dichiara di aver ridotto la forza lavoro (rispetto al 37% dei due anni precedenti), mentre il 64% conferma rallentamenti nel recruiting e blocchi delle assunzioni.
Nel 2011, anche, il 34% dei manager ha ridotto gli stanziamenti per la formazione e il 31% delle aziende ha congelato i salari.

Nonostante questi dati il 64% indica la responsabilità sociale d’impresa come la misura principale per definire la qualità del proprio management.

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