La nuvola di Google va bene per la PA Italiana

I servizi web, ben orientati e filtrati, rendono attiva, utile e seguita la disponibilità on-line della nostra Amministrazione. Ma per restare neutri richiedono attenzione: parola di Mario Dal Co.

La tecnologia Google di servizi Web sulla cloud è adatta anche alla Pubblica Amministrazione italiana. L’intesa tra la filiale italiana dell’azienda di software innovativo e la nostra PA, siglata lo scorso febbraio, ha già portato a numerosi casi di successo, e il Forum PA della scorsa settimana è stata un’occasione ideale per parlare delle soluzioni specifiche, muovendosi tra proposte e problemi.
Questo è il messaggio ribadito al Forum anche da Mario Dal Co, consigliere per l’innovazione del ministro Brunetta. L’approccio cloud delle Google Apps Premier, con Gmail, Calendar, Docs, Talk con instant messaging, voice-over-ip e videochat, fino a Google Video for Business, è adatto anche alla PA. Grande importanza possono poi avere i sistemi geografici, a partire dalle mappe di Maps ma anche di Earth, ovviamente nella versione Enterprise.

Il 2.0 raccoglie la crema dei dati
“E’ sui servizi Web che si misura l’attività della PA”, ha detto Dal Co durante la conferenza di aggiornamento del protocollo; “è lì che c’è distanza tra l’Italia e gli altri Paesi, ed è lì che s’inquadra Google”. “Non si sviluppa più un portale PA statico, con redattori disperati che ritagliano informazioni utili, ma le si ricavano con la schiumarola dei sistemi 2.0 mette a disposizione i dati salienti per ciascun ambiente”, completa.
Il protocollo firmato a febbraio prevede un centro di ricerca presso un primario centro universitario. L’esperienza della divisione Enterprise di Google con realtà della PA è già molto lunga: ai già noti Aeronautica militare, Istituto per il Commercio Estero, Università di Torino, le regioni Lazio, Veneto e Valle d’Aosta, Comune di Firenze e Provincia di Milano si sono recentemente uniti i comuni di Roma e Venezia, visittrentino.it e l’Università di Firenze.
Parte dell’offerta Google sono anche le GSA, le search appliances hardware-software. Queste soluzioni sono complete di funzioni per l’accesso ai contenuti aziendali, consentendo di superare il tradizionale problema degli archivi separati, consolidando le informazioni come se facessero parte di un unico insieme liberamente ricercabile. Anche i dati geospaziali sono gestiti in maniera integrabile con quelli dei sistemi geografici Gis spesso presenti nella PA italiana.

Quando la Privacy è un freno
Certo parlando della PA il 2.0 va sviluppato con attenzione. “Occorre fare grande attenzione alla manipolabilità dei risultati 2.0, che possono essere orientati malamente con estrema semplicità”, spiega Dal Co; “filtro e sentiment analysis sono fondamentali”, inoltre cambiano anche il ciclo di vita del dato, permettendo di lavorare in fase di progettazione della raccolta.
“Essenziale è la reportistica, sia per l’individuazione della virtuosità dei siti, sia per una corretta informazione verso l’utenza”. In qualche modo si fa riferimento alla diffusione degli open data, argomento di grande attualità.
Alcune peculiarità normative, però, fanno da tappo. “L’interpretazione italiana della privacy è molto conservativa”, afferma il consigliere, “visto che le Amministrazioni non si scambiano i dati a causa della non autorizzazione dell’Autorità relativa, quando non sono loro stesse a nascondersi dietro una ipotetica non autorizzazione”. Anche in questo campo trapela una realtà: la più importante delle tecnologie è la buona volontà degli addetti e soprattutto dei loro dirigenti.

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