La migrazione dei middleware imbocca il sentiero Soa

Iona propone Artix 2.0 come alternativa allo sviluppo personalizzato, per connettere diversi middleware o passare a un’architettura basata sui servizi. Artix Mainframe, invece, permette di convertire i dati e le applicazioni legacy e di esporli come Web service.

Riunire a fattor comune tutto il middleware installato in azienda. Questo è quanto si propone di fare l’irlandese Iona con l’ausilio della sua piattaforma Artix. Nelle scorse settimane è stata presentata la versione 2.0 di questo framework, che è oggi divenuto a pieno titolo un unico prodotto, raggruppando sotto lo stesso ombrello un’offerta che prima faceva capo ai diversi prodotti della famiglia Orbix, una tecnologia di integrazione e messaging basata su Corba (Common object request broker architecture). La piattaforma, che sta su un solo Cd-Rom, viene fornita con licenze di sblocco specifiche in relazione al profilo prescelto. Il modello di prezzo prevede il pagamento di una quota fissa per singola Cpu per il componente runtime e di licenze diverse in relazione al numero di middleware che l’azienda vuole integrare. La versione Standard (Developer) è fornita con il kit di sviluppo gratuito; le versioni Advance ed Enterprise, invece, differiscono tra loro per la diversa dotazione di funzionalità di load balancing, failover, sicurezza e qualità del servizio (QoS), oltre che per i diversi connettori (plugin) supportati.


“L’offerta Artix – ha precisato Riccardo Delpari, sales engineer di Iona Technologies Italia – si indirizza alle aziende che intendono estendere il proprio middleware, risolvendo le problematiche di integrazione di diversi sistemi eterogenei facendo leva su una soluzione basata su standard e disaccoppiata, che traduca in pratica la filosofia della Service oriented architecture”.


Questo può avvenire in due direzioni. Anzitutto, facendo migrare il backend verso il Web, offrendo l’opportunità di passare a una Service oriented architecture (Soa) ed esponendo le applicazioni come servizi Web; ancora, connettendo i diversi middleware senza passare dai servizi Internet. In questo ultimo caso, Artix si propone come una alternativa meno costosa allo sviluppo personalizzato di singoli connettori, mettendo a disposizione dell’utente plugin testati (che prima facevano riferimento alla soluzione Artix Relay) verso le più diffuse piattaforme quali Corba, Java, .Net e le soluzioni dei più noti vendor quali Bea, Tibco, Ibm, Microsoft.

L’impegno nei confronti degli sviluppatori


La componente di sviluppo (Artix Designer) è stata arricchita con il tool di validazione e testing dei Web service SoapScope, mutuato dalla società Mindreef.


“Ma la novità più rilevante di questa versione – ha sottolineato il manager – è il supporto Java, decisamente migliorato su questa piattaforma che è nata, va ricordato, nell’universo C++. Infatti, oggi Artix è in grado di leggere e scrivere messaggi su bus Jms, Java messaging system, e supporta Enterprise Java beans, ponendosi come la soluzione ideale per la migrazione o l’estensione di ambienti J2Ee”.


Sotto il profilo della gestione, la versione presentata di recente è stata testata e risulta integrata con la piattaforma di managing delle infrastrutture Bmc Patrol. La presentazione della nuova release è stata anche l’occasione, per Iona, di rinnovare l’impegno sottoscritto nei confronti della comunità degli sviluppatori. Questi, accedendo a un’area del sito Web di Iona loro dedicato, battezzata TechZone, potranno scaricare gratuitamente il developer kit di Artix, che comprende il motore di runtime e l’ambiente di sviluppo, oltre a materiale didattico su Soa e i servizi Web.

Il mainframe sperimenta la rete


La società ha anche presentato di recente Artix Mainframe, un prodotto che si installa sul mainframe e che consente di prelevare procedure Cobol e di esporle come servizi Web.


“I due paradigmi dialogano sfruttando il protocollo Soap, Simple object access protocol – ha concluso Delpari -. In pratica, questa soluzione permette di generare codice Wsld da Cobol a Soap e viceversa, sull’interfaccia grafica, dopodiché viene fatto il deploy dei servizi sul mainframe. A regime, permette di ridurre sensibilmente i tempi di sviluppo delle applicazioni nell’ambito di architetture, orientate ai servizi, in ambienti legacy. Artix Mainframe presidia e riduce tutto il ciclo di vita dello sviluppo di un’applicazione, senza dover installare un gateway Soap”.


La soluzione è disponibile in due versioni, la Developer è dedicata agli utenti di Orbix Mainframe, e consente di rappresentare con interfacce Web service i propri servizi mainframe. Trasformer è, invece, dedicato alle aziende che hanno intenzione di usare le architetture service oriented per estendere le proprie applicazioni host basate su Os/390. La soluzione fornisce tool grafici Windows based per automatizzare la creazione di nuove interfacce Web sulle transazioni, sia Ims (Information management system) che Cics (Customer information control system), in modalità on-host e off-host. Consente di creare componenti di sviluppo riutilizzabili senza l’obbligo di riscrivere porzioni di codice o di modificare le applicazioni già utilizzate in azienda.

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