La lunga marcia di Ibm

Un complesso gioco di incastri la cessione del business pc a Lenovo. Che passa anche attraverso nuove e diverse joint venture.

Nei giorni scorsi, più di un autorevole commentatore americano aveva
proposto, tra le varie chiavi di lettura con le quali si poteva interpretare la
decisione di Ibm di cedere il business dei pc a Lenovo, come una mossa
importante per farsi strada in un mercato non certo semplice come quello
cinese.
Queste opinioni sembrano trovare oggi almeno parziale
conferma.
Ibm ha infatti annunciato una nuova partnership,
che in questo caso riguarda il settore dei server.
Nessuna cessione, questa
volta, ma una joint venture.
Non con Lenovo, va da sè, ma con la sua diretta
rivale. Una certa – per noi sconosciuta – Great Wall
Computing
.
La joint venture si occuperà della produzione di server e
si chiamerà International Systems Technology Company.
In realtà – ed è questo
uno dei punti più interessanti del delicato gioco di incastri che Ibm sta
intessendo ul mercato cinese – International Systems Technology Company altro
non è che la rivisitazione di un’altra joint venture già esistente tra le due
aziende, chiamata International Information Products e attiva nella produzione
di ThinkPad, server e altri prodotti marchiati Ibm.
E’ evidente che, in base
all’accordo stipulato con Lenovo, sarà quest’ultima a prendersi carico della
quota Ibm nella joint venture, con il paradossale risultato che le due aziende
rivali si ritroverebbero socie di uno stesso stabilimento di produzione.
Ecco
dunque i motivi della nuova joint venture.
Ibm riacquisterà la quota detenuta
da Great Wall Computing in International Information Products, per poi
cederla di nuovo a Lenovo, creando nel contempo con Great Wall una nuova joint
venture, che a questo punto si occuperà solo di
server.
Commercializzati in diretta concorrenza con l’offerta server di
Lenovo.
Chiaro no?


 

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