La leadership passa dalla creatività

La capacità di rompere gli schemi e la “destrezza” operativa consentono di creare nuovi modelli di business. I dettagli della ricerca Ibm Ceo Study 2010, che ha coinvolto oltre 1.500 executive sparsi in 60 Paesi del mondo.

Cambia il modo di fare business e, in uno scenario globale sempre più complesso, dove non sono in molti a sentirsi fra le mani gli strumenti più opportuni per affrontare i cambiamenti economici e del proprio specifico mercato di riferimento, la creatività diventa una caratteristica di leadership fondamentale per competere nel futuro.

È questo lo scenario più rilevante emerso dal Ceo Study Ibm 2010 che, «attraverso interviste face to face condotte dai nostri consulenti – precisa il padrone di casa Angelo Crippa in qualità di nuovo general manager di Global Business Services Italia -, ha coinvolto oltre 1.500 clienti sparsi in 60 Paesi del mondo».

A loro, o meglio ai general manager di realtà cross industry di grandi, medie e piccole dimensioni e ad alti funzionari del settore pubblico, la società ha chiesto di mettere a nudo il tema della complessità, in questa quarta edizione della survey.

Aumenta la complessità
È emerso che, fra l’ultima indagine condotta nel 2008 e i dati raccolti fra l’autunno 2009 e gennaio di quest’anno, la complessità percepita dagli interlocutori interpellati da Ibm è senz’altro aumentata.

Tanto che meno della metà degli intervistati ritiene che la propria azienda sia adeguatamente preparata a gestire un contesto di business reso altamente volatile da un ciclo di vita dei prodotti sempre più corto e dalla maggior incertezza dei mercati.

Un manager creativo, soprattutto in Italia

Tuttavia, se questi sono i presupposti, immaginate lo stupore dell’Ibm Institute for Business Value, che ha condotto le interviste e che, per primo, ha constatato come, invece di focalizzarsi su una maggiore analisi dei dati e sulla riduzione dei propri costi, nel periodo in cui si è risentito maggiormente della crisi economica e finanziaria, la creatività abbia assunto per i Ceo il ruolo di leadership fondamentale per affrontare il futuro.

«Una creatività che – come spiega Marco Fregonese, consulente di Global Business Services e responsabile per l’Italia della Ceo survey -, a seconda dei diversi contesti è declinabile come caratteristica di leadership, come capacità di reinventare la propria relazione con il cliente e anche come destrezza operativa, declinabile in una semplificazione della complessità al fine di rendere più semplice il modo di presentarsi al cliente».

A tale proposito, se i giudizi della sessantina di Ceo di casa nostra (Vodafone e Amplifon le realtà citate da Crippa per far intendere la dimensione dei protagonisti italiani) risultano in linea con il resto del mondo, da noi la creatività è ancora più sentita. «Ma non solo – aggiunge Fregonese -. L’Italia si distingue, infatti, per una minor enfasi alla focalizzazione verso un corretto rapporto prezzo-valore adatto alle singole nicchie di mercato ma, soprattutto, per una maggior focalizzazione sulla responsabilità sociale, che era già emersa nel 2008».

Una caratteristica, quest’ultima del tutto affine ai trend in fase di elaborazione e rilevati intervistando in parallelo 3.000 studenti universitari «al fine – torna a spiegare Crippa – di mettere a confronto le differenze di veduta fra i leader attuali e quelli del futuro». Che ci sono, e sono notevoli, ricorda il manager.

Basti pensare che le nuove leve ritengono che una delle caratteristiche di leadership più rilevante sia la global affinity, utile a spingersi oltre i confini nazionali per venire in contatto con culture diverse e che sia necessario declinare la creatività come la capacità di lavorare sui servizi ma identificando nuovi canali e mettendo a frutto nuove tecnologie.

Si spiega allora il forte interesse di Ibm, «che già da tempo utilizza al proprio interno il social networking come strumento di business», verso la formazione di nuove leve. Lo dimostra la collaborazione attivata da tempo con l’Università di Pavia e che, presto, sfornerà i primi laureati nel corso di laurea in Ingegneria dei Servizi realizzato «al fine di poter contare su risorse preparate».

In questa chiave va letto l’accordo appena siglato con l’Università Bocconi di Milano e annunciato in anteprima dal general manager della Global Business Service Italia durante la conferenza di presentazione della Ceo survey, «per la realizzazione del primo master aperto alle aziende nell’ambito del reatail “allargato”, dove il tema dei servizi verrà esploso sia da docenti universitari, che da formatori Ibm».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome