La Francia dice adieu al Minitel

La chiusura del servizio, che genera ancora profitti, prevista per il 30 giugno del prossimo anni, 30 anni dopo il primo lancio commerciale.

A vederne le immagini oggi sembrano pezzi di modernariato.
E qualche terminale, a ben cercare, si trova ancora in qualche stanza d’albergo in Francia.
Ancora per poco, però.
Perché France Telecom ha deciso di chiudere definitivamente il suo Minitel il 30 giugno del prossimo anno, mettendo la parola fine a un servizio che ancora nel 2010 ha generato qualcosa come 30 milioni di euro di giro d’affari, l’85 per cento dei quali finiti nella casse di fornitori di servizi come banche o istituti metereologici.

Se pur decisamente lontani dal miliardo di euro entrati nelle casse di France Telecom alla fine degli anni Novanta, Minitel genera ancora profitti, e questo è un fatto.
Ma è un fatto anche poggia su una architettura ormai obsoleta che l’operatore francese non intende continuare a manutenere.
Eppure Minitel ha precorso davvero i tempi di Internet, aprendo ai cittadini francesi l’accesso a un mondo di informazioni fino a quel momento sconosciuto e raggiungendo di fatto tutti i cittadini, inclusi gli abitanti delle zone rurali del Paese in un momento in cui l’idea del digital divide era ancora lontana dall’essere formulata.

Il progetto fu varato nel 1978 per arrivare al lancio commerciale nel 1982. Circa tredici anni più tardi erano una quarto le abitazioni francesi dotate di un terminale, mentre l’ondata internet cominciava a far sentire i suoi effetti e nel 2002 erano comunque 9 i milioni di famiglie connesse al servizio.
Di Mintel molti oggi ricordano come sia basato su una architettura chiusa e nonostante il varo, nel 2000, di iMinitel, che avrebbe consentito l’accesso al servizio anche via Internet, la diffusione della banda larga ne ha gradualmente minato la popolarità.

Oggi sopravvivono una manciata di servizi, prevalentemente finanziari e previsioni meteo, mentre i terminali ancora in circolazione sono forse un milione, di mostrando come fossero per lo meno eccessivi i timori espressi alla fine degli anni Novanta dall’allora primo ministro Jospin, preoccupato che l’eccessiva diffusione del Minitel potesse costituire un ostacolo allo sviluppo della banda larga nel Paese riducendo la spinta all’innovazione in Francia.

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