La crisi ha spinto a fare modeling condiviso

Una ricerca Autodesk rivela che la recessione ha determinato un incremento nell’implementazione della metodologia Building information modeling.

Secondo quanto emerge da un sondaggio commissionato da Autodesk, rivolto ai responsabili di alto livello del mondo dell’architettura, dell’ingegneria e dell’edilizia, la crisi economica è stata un catalizzatore di cambiamento nel settore poiché ha spronato le aziende a prendere in considerazione nuovi metodi e tecnologie di lavoro, tra cui il Building information modeling.

Il Bim consente di far comunicare tutte le discipline coinvolte nei processi di progettazione architettonica, dando ad architetti e ingegneri la possibilità di condividere informazioni, creare rappresentazioni digitali in ogni fase di sviluppo dei loro progetti, simularne le performance in condizioni reali e ottimizzare il proprio workflow, incrementando la produttività e migliorando la qualità del proprio lavoro.

La ricerca è stata condotta in occasione dell’Autodesk Bim Conference, tenutasi lo scorso 7 ottobre a Milano.

Il 60% degli intervistati si è detto convinto che nell’arco dei prossimi cinque anni la maggior parte dei progetti architettonici sarà realizzata avvalendosi della metodologia Bim, il cui progressivo utilizzo rappresenta per l’83% dei professionisti la naturale evoluzione del settore agli appelli rivolti alle aziende negli ultimi due decenni sulla necessità di ridurre gli sprechi, lavorare in modo più efficiente e progettare edifici più sostenibili.

Chi pensa che persistano ancora ostacoli a una diffusione del Bim ne imputa le cause a una fisiologica resistenza al cambiamento (56%), a difficoltà di comprensione (21%) o ai costi (26%).

Fra gli intervistati il 10% siede nel consiglio di amministrazione di piccole e medie aziende del settore Aec, il 55% sta già avvalendosi del metodo Bim, il 49,7% ritiene che tra i vantaggi derivanti dall’adozione del metodo Bim, la semplificazione e accelerazione della gestione delle varianti di progetto sia il più significativo, seguito dalla possibilità di migliorare la qualità del proprio lavoro (46%) e di acquisire maggior competitività all’interno della propria azienda (33%).
Tra coloro che ancora non hanno implementato il metodo Bim, il 17% è sicuro di farlo entro i prossimi due anni, mentre il 24,6% lo sta prendendo in considerazione.

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