La crescita del software non compensa il calo dell’Ict italiana

I dati Sirmi, relativi all’ultimo trimestre dello scorso anno e all’intero 2011, mostrano una Ict in piena sofferenza. Pesante il calo dell’hardware, l’unica nota positiva dai prodotti software.

C’è un calo nell’ordine del 3% nel mercato Ict italiano.
Un calo evidente e misurato sia sul quarto trimestre dello scorso anno, sia sull’intero 2011.
Lo mostrano i dati Sirmi, presentati nei giorni scorsi.

Gli ultimi tre mesi del 2011 hanno attestato l’intero universo Ict sotto la soglia dei 15 miliardi di euro (14,939 miliardi per la precisione), con un calo del 2,9% sul pari periodo dell’anno precedente, che a sua volta già accumulava uno scivolo del 3,7% rispetto alla chiusura del 2010.

Più pesante il calo per la sola Ict, che chiude a 5,564 miliardi di euro, in calo del 4,1% anno su anno, con un rosso decisamente più accentuato per il solo hardware che si attesta a 2,245 miliardi, in questo caso in regresso dell’11,3%.

Più contenuto il regresso registrato nel comparto Tlc.
Il valore complessivo si attesta a 9,3 miliardi, in regresso del 2,1%: in questo caso il fronte mobile, che chiude a 5,3 miliardi, in calo di uno 0,8% anno su anno, riesce a compensare lo scivolone delle tlc fisse che invece perdono il 3,8% e si fermano appena sopra la soglia dei 4 miliardi di euro.

Non cambia lo scenario sull’intero 2012.
Complessivamente l’Ict italiana vale 58,3 miliardi di euro, in calo del 3,3% rispetto ai 60,2 miliardi del 2010, che a sua volta accumulava un ulteriore -3% rispetto al 2009.

Anche sull’intero 2011, il calo dell’It è il più pesante e si attesta a un -3,8% a 20,4 miliardi.
Anche in questo caso a pesare maggiormente, e naturalmente in modo negativo, sull’andamento complessivo del comparto è soprattutto l’hardware, che registra un -7,3% a 7,5 miliardi, laddove nel 2010 era riuscito a mantenere per lo meno una certa stabilità.

Le Tlc nel loro insieme valgono 37,8 miliardi e accumulano un regresso del 3% sull’anno precedente. Anche in questo caso le comunicazioni fisse soffrono di più e registrano un -4,3% sul 2010 attestandosi a 16,3 miliardi, mentre per le comunicazioni mobile il regresso è del 2% a 21,5 miliardi.

L’unica nota positiva su un anno per altro davvero buio viene dal software, che registra una crescita del 4,2% nel quarto trimestre dell’anno e dell’1,5% nell’intero esercizio.
Un risultato che non è comunque sufficiente a compensare il terreno perso in generale dal comparto e in particolare dai servizi, che calano in percentuali comprese tra il 2,1 e il 3,8%.

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