La continuità senza appeal

L’iPad ha vinto la partita degli annunci sui media, nonostante Java.

È più facile concentrarsi su una tavoletta magica che ti mette il mondo fra le mani per fartelo vedere a colori che non voler capire che ne sarà di chi ha cavalcato ante lettera il principio che sta alla base di questo fenomeno.

Stiamo facendo riferimento alla differente cassa di risonanza che hanno avuto sui media i due annunci di ieri, quelli di Apple sull’iPad e di Oracle sul destino di Sun . Per capirlo è sufficiente fare un volo d’uccello sui siti mondiali delle testate generaliste, ma anche su quelle specializzate in tecnologia e notare come la partita sia stata vinta dalla creatura di Jobs con almeno con un paio di reti di scarto.

L’interesse per l’iPad è giustificato, umano, fondato e fa parte del nostro tempo, come abbiamo avuto modo di rilevare la scorsa settimana.
Quello per le sorti della società che negli anni 90 a suggello della propria Weltanschauung tecnologica coniò lo slogan “the network is the computer” sconta, oltre alla contemporaneità dell’annuncio, anche il fatto che inerisce un’operazione complessa, partita tempo fa e che si concretizza dopo che le istituzioni di tutto il mondo hanno avuto modo di dire la loro. Una situazione meno “sexy”, per dirla all’americana.

Larry Ellison ha parlato di valori dell’innovazione e di ricerca. Di persone che lasceranno la società e di altre che ne entreranno. Di Java, che è una cosa che è sul piatto tecnologico da ormai da tre lustri e che ha plasmato tutti gli oggetti tecnologici che usiamo oggi. Di processori, sistemi e database.

Ha parlato di ricerca della continuità, insomma. Che, purtroppo, sulle masse, ma evidentemente non solo su quelle, fa meno presa della discontinuità.

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