La concorrenza nel digitale va in liquidazione insieme a Dahlia Tv

Mediaset Premium si ritrova di fatto senza competitor nel calcio a pagamento sul Dtt

Se nel calcio giocato le “piccole” hanno qualche possibilità di sovvertire sul campo i pronostici della vigilia e infliggere sorprendenti sconfitte alle “grandi”, nel calcio televisivo questa eventualità non esiste, perlomeno nel nostro Paese. L’ennesima conferma arriva dall’annunciato fallimento di Dahlia Tv, l’unica concorrente di Mediaset sul digitale terrestre a pagamento (per il pallone ma non solo). «A seguito del mutato scenario di mercato che ha reso insostenibile lo sviluppo del proprio business, gli Azionisti di Dahlia Tv hanno deciso di mettere in liquidazione la Società. Non sono ancora state assunte decisioni in merito alla prosecuzione delle trasmissioni, che per il momento seguiranno la normale programmazione», recita infatti lo scarno comunicato che si può leggere sul sito dell’emittente.

Dahlia schiacciata dai big
I problemi per Dahlia, erede della 7 Carta più, nascono dalla decisione dei soci svedesi di Airplus Tv, che detengono la maggioranza azionaria, di non approvare la ricapitalizzazione di 150 milioni di euro necessaria a sostenere il nuovo business plan triennale. Nonostante una programmazione sportiva di rilievo anche se impoverita rispetto al passato (i diritti di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria, Udinese e di tutta la Serie B) e altri contenuti (cinema, serie Tv, canali per adulti), Dahlia è rimasta schiacciata tra l’offerta di fascia alta di Sky e quella centrata su prezzi economici di Mediaset, senza riuscire a trovare un’identità precisa e, soprattutto, senza conquistare nuovi abbonati in misura significativa (circa 800.000 contro gli oltre 4 milioni del gruppo di Cologno Monzese). Al contrario, il recente passaggio alla concorrenza (Mediaset Premium) dei diritti di squadre importanti come Palermo, Bologna e Fiorentina non ha certo aiutato il Gruppo italo-svedese ma ha probabilmente indotto un’emorragia di schede e abbonati.

Dahlia come Gioco Calcio
Perciò l’assemblea di Dahlia Tv ha deliberato la nomina di un liquidatore della società “con il compito di elaborare a breve un piano di liquidazione”. Una fine che ricorda in maniera sorprendente quella di Gioco calcio, la piattaforma gestita dalla Lega calcio che avrebbe dovuto fare concorrenza a Sky e che invece fallì dopo pochi mesi per cronica mancanza di capitali, lasciando da allora (fine 2003) il monopolio del calcio satellitare al colosso di Murdoch. Sorte simile potrebbe toccare al calcio sul digitale: come ammesso dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, i diritti di Dahlia Tv potrebbero interessare il Biscione.

Sky fuori dai giochi
Sky invece, è fuori dalla partita: nonostante il colosso del satellite abbia manifestato da tempo un interesse nei confronti del digitale terrestre, il recente via libera ottenuto a Bruxelles per l’assegnazione delle frequenze è stato dato alla luce delle «mutate condizioni di mercato» e a condizione che «le frequenze eventualmente ottenute da Sky siano utilizzate per trasmettere in chiaro», cioè senza offrire servizi a pagamento almeno per cinque anni. Insomma, a meno che spunti fuori un improbabile investitore interessato a reggere l’ardua sfida, per Mediaset la via del monopolio del calcio a pagamento sul Dtt sembra spianata, magari a partire dal campionato 2011/2012. Intanto c’è preoccupazione per le sorti dei 150 dipendenti e collaboratori di Dahlia Tv, di cui 25 giornalisti, nonché per i diritti acquisiti degli abbonati che rischiano di dire addio alla visione delle partite della propria squadra del cuore (oltre ai soldi versati).

Governo in allarme
Il caso Dahlia ha suscitato anche l’attenzione del Governo: su disposizione del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, gli uffici del dicastero di via Veneto hanno preso contatto con i vertici dell’emittente per un primo esame delle difficoltà in atto e per verificare col management dell’azienda le intenzioni degli azionisti. «Nell’ambito delle proprie competenze e della sua ordinaria azione di promozione e tutela del tessuto produttivo – si legge in un comunicato- il ministro farà quanto è nei suoi poteri per salvaguardare la permanenza di una realtà imprenditoriale – basata tra l’altro su investimenti a maggioranza stranieri – nel giovane mercato della tv digitale».

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