La business continuity di Centrosiel poggia su due Ess

La società di servizi per l’ambiente bancario ha messo a punto un progetto, basato sui sistemi storage di Ibm, indirizzato ad assicurare l’archiviazione e la protezione dei dati dei propri clienti. I collegamenti tra le sedi di fornitore e cliente sono garantiti da cavi in fibra ottica.

 


 


Centrosiel, società del Gruppo Banksiel, nasce alla fine del 1998 dallo scorporo del ramo d’azienda che curava il sistema informativo di Centrobanca. La società fornisce un’ampia gamma di servizi, che vanno dall’outsourcing completo, alla fornitura di applicazioni specialistiche, alla manutenzione dei sistemi. "Centrobanca resta il nostro principale cliente – ha detto Roberta Panni, It director di Centrosiel -. A lui come agli altri utenti offriamo servizi di sviluppo e outsourcing. Quest’ultimo è strutturato come un’offerta duplice, che prevede un’opzione full, ovvero un servizio gestito di tipo applicativo e tecnologico, oppure quella ridotta, che prevede la presa in carico della gestione dei soli applicativi".


Dovendo gestire un consistente volume di dati, tra gli obiettivi prioritari vi sono la garanzia della sicurezza e la continua disponibilità delle informazioni, anche in funzione dell’evoluzione del patrimonio informativo della clientela bancaria.


In questo contesto, Centrosiel si è trovata a ripensare alle proprie soluzioni per il disaster recovery e la business continuity. La piattaforma su cui Centrosiel ha, da sempre, fondato il proprio sistema informativo è l’As/400. "Sono convinto che sia riduttivo pensare all’As/400 come a un sistema per le piccole e medie aziende – ha commentato Rolando Berruti, direttore generale di Centrosiel – perché, di fatto, è una piattaforma tecnologica che permette di gestire ambienti complessi. Nel nostro caso, questo ambiente è stato sempre in grado di evolvere in funzione delle nostre esigenze e ci ha consentito di ottenere i risultati che ci eravamo proposti".

L’architettura


La soluzione realizzata poggia su due sistemi Enterprise storage server (Ess) 2105-800 di Ibm con 1 Tbyte di dati in linea, collegati a un sistema As/400 grazie a 20 connessioni Scsi e prevede, in caso di incidente, il ripristino totale del servizio senza la perdita di alcuna fase delle operazioni, neppure gli spool di stampa. Dopo sei mesi di confronti e messe a punto, il progetto è diventato pienamente operativo.


Due As/400, dedicati rispettivamente a produzione e al backup, sono stati collegati a due Ess (noti anche con la denominazione Shark) dislocati, rispettivamente, presso la sede di Milano di Centrosiel e il centro di Business Continuity Ibm di Segrate. Il sistema As/400 è stato collegato all’Ess mediante una connessione Scsi, mentre i due Shark sono stati interconnessi utilizzando la fibra ottica. Il sottosistema Ess è configurato con la funzione software di Pprc (Peer-to-peer remote copy) che, attraverso connessioni Escon, garantisce la copia sincrona dei dati dal sistema Ess di Centrosiel al sistema Ess situato nel centro Ibm.


"I due Shark sono connessi in fibra ottica tramite sei canali Escon messi a disposizione da FastWeb – ha detto Panni -. FastWeb ce ne ha forniti in tutto una trentina ma, per il momento, ne sfruttiamo solo sei e quindi abbiamo banda da vendere tra la nostra sede in corso Europa e quella del centro elaborazione dati ubicato presso Ibm. I dati vengono replicati in maniera sincrona, senza impattare sui tempi macchina, grazie alle prestazioni offerte dalla connessione in fibra ottica". Tutti i dati archiviati sullo Shark di Centrosiel vengono contemporaneamente salvati sul secondo Shark, che è collocato presso il "mini-Ced" di cui Centrosiel dispone all’interno della facility Ibm, consentendo un riallineamento automatico di tutto il sistema informativo. In tal modo, l’ambiente di produzione è totalmente replicato in un sito remoto e la continuità di servizio e l’integrità dei dati è assicurata anche in caso di inacessibilità del sito primario. L’As/400 della sede principale di Milano è usato come unità storage.


In caso di "business down", viene interrotto il Pprc tra i due Shark e l’As400 del centro Ibm prende il controllo dei dischi dello Shark a esso collegato, sul quale sono presenti i dati dell’ultima transazione.


In tal modo, la macchina di Segrate diventa lo "storage system" primario dell’As/400 di backup, invece che la replica dello Shark di Milano. "Il processo è caratterizzato da due Ipl (Initial control program load – ndr) – ha proseguito Panni -. Il primo carica il microcode della macchina di Milano; il secondo è quello in cui vengono caricati tutti i dischi di sistema. L’attivazione del sistema di backup è molto semplice, ma i tempi tecnici non sono brevissimi. L’Ipl con cui si carica microcode impiega mezz’ora e il secondo Ipl ha una durata che dipende dalla dimensione dello spazio disco: nel caso di 1 Tbyte di spazio sono necessarie circa 2 ore e mezza. Si tratta di limiti fisici, legati ai tempi di Ipl di Os/400, che i nostri clienti accettano perché non c’è modo di far prima. Siamo in grado di garantire sul sistema di backup una condizione di riallineamento "all’ultima transazione" perché il Pprc è fatto in modo sincrono, eliminando fasi di recupero tanto fastidiose quanto pericolose". Tutto ciò significa che il sistema non è pensato per essere utilizzato al verificarsi di ogni condizione critica, perché la prima valutazione sull’opportunità di deviare verso il backup sarà sempre vincolata ai tempi di ripristino del sistema di produzione. Questi potrebbero, in molti casi, essere inferiori, grazie anche ai rapidi tempi di intervento su chiamata (circa un’ora) forniti attraverso un contratto di assistenza in essere fra Ibm e Centrosiel.


"La maggior parte dei nostri clienti non ha disponibilità di sportello – ha spiegato Panni – e non è un problema insormontabile fermare un sistema informativo per qualche ora. Non è così per clienti quali, per esempio, Mediocredito Trentino e Centrobanca che, pur essendo istituti di credito senza servizio di conto corrente, hanno attività di sportello per alcune tipologie di pagamenti e ritengono di avere bisogno di un sistema di backup in real time. Non credo che, con questa release di Os/400 e l’hardware attuale sia possibile fare meglio. Per noi è importante poter garantire contrattualmente dei livelli di servizio con tempi prefissati". È attualmente in fase di valutazione presso Centrosiel la possibilità di effettuare una partizione dello spazio disco sullo Shark per attivare, in tempi inferiori, alcune funzionalità, in attesa del completo ripristino. Oggi lo Shark archivia e duplica 1 Tbyte di dati, anche se le possibilità di crescita sono molto ampie visto che il sistema può arrivare a oltre 50 Tbyte.


"Questo progetto potrebbe evolversi ancora – ha concluso Berruti – perché potremmo pensare di non far transitare i dati dei clienti dal nostro centro, ma di collegare gli utenti a un Internet data center e da lì dirottarli direttamente verso Centrosiel o verso il sito di recovery Ibm, garantendo così un livello di servizio più elevato. Un progetto complesso, che consoliderebbe ancora di più tutti gli aspetti relativi alla sicurezza e alla disponibilità dei dati dei nostri clienti".

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