L’ e-business di Ibm anche per le tasse

Tasse: un argomento che non suscita certo molti sorrisi, ma, pur tuttavia, una necessità per il buon funzionamento della macchina pubblica. Perciò, dando per scontato che si tratta di un dovere civico, al quale non ci si può sottra …

Tasse: un argomento che non suscita certo molti sorrisi, ma, pur tuttavia,
una necessità per il buon funzionamento della macchina pubblica. Perciò,
dando per scontato che si tratta di un dovere civico, al quale non ci si
può sottrarre, perché non utilizzare le tecnologie Ict (Information &
communication technology) per rendere più agevole il compito di cittadini
ed Enti dello Stato chiamati a gestire questa scottante parte della vita
finanziaria delle nazioni? é la domanda che si è posta Ibm, che,
nell’ambito delle proprie iniziative legate al paradigma e-business, ha
indetto una conferenza di due giorni, convocando personaggi autorevoli,
provenienti da ogni parte d’Europa, per illustrare come la tecnologia
informatica sta cambiando il modo di pagare e raccogliere le tasse.
Il periodo storico che stiamo vivendo è forse uno dei più interessanti i
n
assoluto. Il motivo? Sta avvenendo un’importante trasformazione, che,
secondo Ibm, è a pari livello con altre grandi evoluzioni della storia:
infatti, stiamo passando dall’era dell’industria a quella
dell’informazione. Il mutamento è, prima di tutto, catalizzato da Internet
e dall’e-business. Circa 1 milione e mezzo di nuove pagine sono aggiunte al
Web ogni giorno, e piccole nazioni come Singapore investono nell’educazione
dei propri cittadini alle nuove tecnologie circa 4 miliardi di dollari, con
l’obiettivo di diventare un centro di e-trade. In questo contesto, dove
nuove aziende nascono in continuazione e si sviluppano in un modo puramente
elettronico, virtuale, il denaro si sta trasformando da banconote
fruscianti in inafferrabili catene di bit, le banche operano senza
sportelli, ma semplicemente con siti Internet e pagine Html, anche i
governi sono chiamati a cambiare le regole del gioco e il proprio modo di
fornire servizi. Sempre secondo Ibm, dal 2002 circa un quarto dei servizi
statali verrà offerto via Internet: si potrà realmente parlare allora di
e-government.
Oggi anche i governi si trovano a competere: i cittadini sono infatti ormai
abituati a standard di servizio elevati, quali quelli offerti da molte
aziende private. Quindi in futuro, per garantire la soddisfazione dei
cittadini (visti come utenti finali dei servizi statali), le
amministrazioni pubbliche dovranno essere in grado di garantire livelli di
servizio almeno paragonabili con quelli del settore privato.
"Un’amministrazione di successo deve avere efficienza e un elevato
livello di orientamento ai clienti, cioè ai cittadini"
, ha affermato
Wolfgang Ruttenstorfer, Segretario di Stato del Ministero delle Finanze
austriaco. Nel futuro, ha proseguito Ruttenstorfer, i governi dovranno
competere con altri settori per attirare lavoro, risorse qualificate o,
come li ha definiti Piero Corsini, Vice Presidente Ibm Emea per il Settore
Pubblico, i "Knowledge Worker", i "lavoratori della conoscenza".
Tra i molti interventi sentiti alla Conferenza Ibm, sono stati molto
interessanti quelli offerti dai rappresentanti delle amministrazioni
pubbliche di varie nazioni europee su come il loro paese sta applicando le
nuove tecnologie, e in particolare Internet, alla soluzione dei problemi
contributivi. C’è chi, come l’Austria, sta implementando un sistema Erp
dedicato appunto all’amministrazione delle tasse; la Spagna ha già reso
disponibile via Web un sistema per la compilazione dei modelli contributiv
i
da normali Pc dotati di browser. La Repubblica Ceca ha illustrato come
siano riusciti a ridurre drasticamente i costi legati alla riscossione
delle imposte, basandosi su un’architettura appositamente messa a punto da
Ibm per queste applicazioni (Taa, Tax applications architecture). Quanto
alla Germania, il suo progetto, denominato Fiscus, ha già implementato
un’architettura a oggetti e interfacce grafiche che risolvono molti dei
problemi legati al "tax processing". L’Italia infine, con il contributo di
Sogei, sta sviluppando tecniche basate su sistemi di Business Intelligence,
che consentono rapidi ed efficaci controlli di congruenza sulle
dichiarazioni dei redditi: sempre meno spazio all’evasione, insomma.

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