JBoss a tutta Soa

Il produttore di sistemi open source che fa patti con Microsoft si orienta all’infrastruttura

JBoss, il produttore di soluzioni infrastrutturali opensource Java, sta indirizzandosi con decisione verso i lidi delle Service oriented architecture (Soa), ovvero le architetture informative basate sull’interscambio dei dati tramite servizi Web.
Lo fa forte anche di un recente accordo di sviluppo tecnologico congiunto con Microsoft, teso a far incontrare le proprie soluzioni, “aperte”, con quelle afferenti l’architettura .Net.


L’idea di JBoss, che muove da Jems (JBoss Enterprise Middleware System), l’insieme di software di middleware (un application server, un portale, sistemi a oggetti e relazionali, un ambiente di sviluppo basato sul framework Eclipse) è quella di proporsi come fornitore integrale di un’architettura abilitante le Soa.


Per farlo, cioè per completare il proprio quadro d’offerta, la società vuole aggiungere un motore di regole di business, ovviamente open source, Drools Project, e ha perfezionato il proprio componente di Business process management, JBpm.


Drools Project lo ha incorporato nel proprio sistema, arruolando, tra l’altro, anche il suo sviluppatore, Mark Proctor.


La risultante di queste azioni, enunciate al JBoss World di Barcellona, sarà una soluzione integrata, che probabilmente si chiamerà JBoss Rules o Business Rules è sarà pronta per il primo trimestre del prossimo anno. Nelle intenzioni del fornitore dovrà essere uno strumento in grado gestire separatamente i processi dalle logiche esecutive e di presentazione, in modo da poter intervenire velocemente sulle regole da modificare e adattare le applicazioni di business alle nuove attività operative. Il tutto senza andare a toccare il sistema dei dati che ne sta alla base.

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