Italia Comfidi garantisce il credito alle Pmi

Al momento, la realtà creata a inizio 2010 per volontà di Confesercenti, rappresenta circa 70.000 imprese e ha un erogato garantito che sfiora i 5 miliardi di euro.

Al fine di assicurare la crescita dimensionale delle proprie imprese associate e di un sistema di garanzie per il credito altrettanto forte e adeguato, Confesercenti ha scelto la strada dell’aggregazione.
Il risultato si chiama Italia Comfidi, ed è una società consortile a responsabilità limitata con sede legale e direzione generale a Firenze che, attiva dal 1° gennaio scorso, è partecipata da Toscana Com-fidi (il cui operato si estende fino a Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna), da Ciessepi Confesercenti Fidi, operante in Piemonte, da Euroconfidi Impresa, per la Lombardia e da Euroconfidi Veneto.

Ma che cos’ha di diverso Italia Comfidi rispetto ad altre associazioni che utilizzano gli strumenti dei Consorzi Fidi (Confidi) per garantire un accesso più facile al credito da parte delle Pmi?
«Intanto – ci spiega Massimo Vivoli, presidente della struttura incorporante Toscana Com-fidi e vice presidente vicario della Confesercenti Nazionale – la neonata realtà rappresenta circa 70.000 imprese associate con un erogato garantito che sfiora i 5 miliardi di euro. Dalla sua, oltre a questi numeri, ha anche l’esperienza trentennale proveniente da Toscana Com-fidi che, insieme ai consorzi di Piemonte, Veneto e Lombardia, è in grado di garantire, a livello nazionale, un rapporto continuativo con i più importanti istituti di credito presenti sul territorio italiano».

Non a caso, l’incipit di Italia Comfidi è ovviare la funzionalità limitata che, per Vivoli, caratterizza la miriade di associazioni e realtà consortili presenti sul territorio divenendo «in un prossimo futuro la banca nazionale di garanzia di Confesercenti».
A questa, per il momento, continuano a rivolgersi realtà aziendali provenienti, in oltre il 53% dei casi, dal commercio, ma anche da attività produttive (20,3%),  servizi (16,5%) e turismo (9,9%).
«Tuttavia – è la precisazione del nostro interlocutore – non mancano realtà che operano nella piccola industria e nel settore dell’artigianato, tenendo conto del proliferare di numerose attività innovative rispetto al passato, come centri benessere, campeggi strutturati e Bed & Breakfast».

Così, se sul totale dei finanziamenti garantiti dai consorzi esistenti a livello nazionale e che ammontano a 25 miliardi di euro, Italia Comfidi pesa per il 20%, c’è da ben sperare per le Pmi che, sempre di più, dal 2007 a oggi, hanno smesso di richiedere finanziamenti per effettuare nuovi investimenti ma battono cassa per ristrutturare i crediti in essere.
«La stragrande maggioranza delle aziende associate – è la conferma  di Vivoli – chiede la garanzia del nostro consorzio per accedere a finanziamenti al fine di ristrutturare la propria rete di credito spostandola dal breve al medio-lungo termine, mentre poco spazio è destinato alla domanda di nuovi investimenti, e lo sarà ancora almeno per tutto il 2010 in corso».

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